Fabio Pinelli, vicepresidente del Comitato di presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), ha presentato al plenum la richiesta di voto segreto sulla sospensione di Rosanna Natoli.
Natoli si è ritirata dal comitato disciplinare del Csm a seguito di uno scandalo relativo a una presunta rivelazione dei suoi incontri con la giudice Maria Fascetto Sivillo, al centro di una procedura disciplinare. Pinelli ha sottolineato come il comportamento di Natoli potrebbe essere interpretabile come un abuso di informazioni riservate, mettendo in dubbio la sua imparzialità e integrità. In seguito a tale affermazione, sono iniziate le operazioni di voto. Natoli era presente al plenum ed ha deciso di non partecipare al voto.
Natoli ha criticato la Procura di Roma, affermando che non ha la giurisdizione sull’argomento poiché l’incontro tra lei e Sivillo Fascetto è avvenuto a Paternò, in Sicilia. Inoltre ha contestato l’indagine condotta su di lei dalla Procura di Roma. Davanti al plenum del Csm, Natoli ha dichiarato che l’indagine non è stata riscontrata in termini appropriati e che la raccolta delle prove è carente.
Invoca l’intervento del Ministro della Giustizia e del Procuratore generale della Corte di Cassazione, Salvato.
Secondo Natoli, l’indagine in corso è incompleta e la Procura di Roma ha usurpato l’autonomia e l’indipendenza del Csm. Durante il suo intervento al plenum del Csm, Natoli ha affermato: “Non mi dimetterò, non accetto processi sommari”. Ha inoltre dichiarato che nessun atto di indagine è stato condotto dalla Procura di Roma e che non è possibile che una perizia – che per di più non è giurata – e depositata da una parte con molteplici procedimenti penali e disciplinari abbia valore di prova, descrivendola come un atto privo di valore probatorio.
Natoli ha affermato che la sua sospensione stabilisce un precedente rischioso: è sufficiente che una procura emetta un mandato e richieda la sospensione di un membro del Csm.