Il Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso di sospendere Rosanna Natoli, consigliera laica per Fratelli d’Italia e membro della sezione disciplinare di Palazzo Bachelet. Nonostante la sua rinuncia al ruolo il 17 luglio, Natoli si è rifiutata di lasciare il plenum. Le sue dimissioni parziali sono giunte in seguito a uno scandalo scatenato dalla divulgazione di un’incriminante registrazione audio di un incontro privato che ha avuto in Sicilia.
Nell’incontro, Natoli è stata registrata dando consigli e rivelando i sentimenti dei giudici disciplinari alla magistrata catanese Maria Fascetto Sevillo, attualmente sotto procedimento disciplinare e con problemi legali, al contrario di quanto avrebbe dovuto comportarsi, astenendosi dal discutere del suo caso.
La decisione di sospendere Natoli è stata approvata con 22 voti a favore, un voto in più del quorum necessario dei due terzi. Sei membri hanno votato contro la sospensione e due schede sono rimaste bianche.
La mozione di sospensione è stata proposta dal Comitato di Presidenza del CSM, composto dal vice presidente dell’organo di autogoverno della magistratura, Fabio Pinelli, dalla Prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, e dal Procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato. Pinelli ha menzionato che il comportamento di Natoli, attualmente sotto indagine da parte della Procura di Roma, potrebbe essere classificato come rivelazione di segreto d’ufficio, in quanto essa ha violato i doveri di imparzialità e terzietà.
Natoli non ha preso parte al voto e si è ritirata dall’aula del plenum dopo aver presentato un documento e aver parlato, affermando di essere stata ingiustamente diffamata e criticando i giornalisti che hanno enfatizzato la sua amicizia con il Presidente del Senato Ignazio La Russa, suo conterraneo, piuttosto che apprezzare le sue competenze professionali. “Non mi ritiro, non accetto processi inadeguati”, ha continuato Natoli, sottolineando che la sua sospensione “conferma un precedente pericoloso: è sufficiente un iscrizione della procura per richiedere la sospensione di un membro del Csm”. Secondo i consiglieri di AreaDg, “indipendentemente dalle implicazioni penali del caso, riteniamo che l’atteggiamento dimostrato da consigliera Natoli non sia conforme all’esercizio con onore e disciplina della carica di membro del Csm, come prescritto dall’art. 54 della Costituzione. Oggi, con la sospensione della consigliera Natoli, il Consiglio ha ritrovato le condizioni per operare con serenità e credibilità”. Per il consigliere indipendente Roberto Fontana, il ‘caso’ Natoli svela una “lacuna” nella procedura di sospensione e revoca dei membri del Csm che favorisce i laici rispetto ai magistrati. “Se un consigliere giudice fosse stato coinvolto in questo caso, indipendentemente dalla gravità penale del comportamento, la Procura Generale della Cassazione – osserva Fontana – avrebbe avviato un procedimento disciplinare che quasi certamente avrebbe portato a una sanzione più severa dell’ammonimento e alla successiva rimozione dal Consiglio. “Per i consiglieri laici, al contrario, la rimozione avviene solo in caso di condanna penale definitiva”.
La prossima assemblea plenaria determinerà quale membro del consiglio sarà assegnato alla divisione disciplinare.