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Verso il Conclave: i cardinali papabili per la successione di Papa Francesco

cardinali papabili

Al termine del pontificato di Papa Francesco, la Chiesa appare spaccata tra progressisti e conservatori. Ecco i cardinali papabili

Con la morte di Papa Francesco il 21 aprile, la Chiesa cattolica si trova a un bivio cruciale. Il pontificato del Papa argentino ha segnato un’era di riforme e apertura, ma anche di conflitti tra le correnti progressiste e conservatrici. Con la sua scomparsa, la Chiesa si prepara ad affrontare una nuova fase, in cui il prossimo Papa avrà il compito di decidere se proseguire sulla strada tracciata da Francesco o se intraprendere un cammino diverso.

Il Conclave, che si avvicina, sarà chiamato a scegliere un successore in grado di guidare il Vaticano in un periodo di cambiamenti epocali e di riflessione sulla direzione futura della Chiesa. In questo scenario, i nomi dei cardinali papabili si fanno sempre più concreti, con figure che incarnano visioni diverse per il futuro della fede cattolica.

Il Conclave si avvicina

Con 135 cardinali elettori, il Collegio cardinalizio supera il limite di 120 stabilito dalla costituzione apostolica di Paolo VI e confermato da Giovanni Paolo II. Tuttavia, questa soglia è stata spesso superata anche in passato. Con il suo decimo e ultimo Concistoro del 7 dicembre, Papa Francesco ha creato 20 nuovi elettori, portando a 108 il numero di cardinali da lui nominati, la netta maggioranza tra gli attuali elettori. In totale, Bergoglio ha creato 163 cardinali, superando anche i numeri di Giovanni Paolo II.

Il prossimo Conclave sarà composto da una geografia ampia: 59 cardinali dall’Europa, 37 dalle Americhe, 20 dall’Asia, 16 dall’Africa e 3 dall’Oceania. Tra gli elettori ci saranno anche 34 membri di ordini religiosi, con una presenza variegata che include Salesiani, Gesuiti, Francescani e altri. Il più giovane è l’ucraino Mykola Byčok, 45 anni, mentre il più anziano è Carlos Osoro Sierra, 79 anni.

L’Europa resta il continente più rappresentato nel Collegio cardinalizio, con 114 cardinali totali (45,2%) e 53 elettori (39,1%). Seguono l’Asia con 23 elettori su 37 cardinali (17,4% e 14,7%), l’Africa con 18 elettori su 29 (13% e 11,5%) e l’America del Nord con 20 elettori su 36 (14,5% e 14,3%).

L’America del Sud conta 18 elettori su 32 cardinali (13% e 12,7%), mentre l’Oceania è la meno rappresentata, con 4 cardinali, tutti elettori (1,6% e 2,9%).

Il Conclave si avvicina: i cardinali papabili e le ipotesi per il futuro pontificato

Tra i nomi più ricorrenti come potenziali successori di Papa Francesco figurano il segretario di Stato Pietro Parolin e l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi. A questi si aggiungono il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, il cardinale ungherese Péter Erdő, il francese Jean-Marc Aveline, il filippino Luis Antonio Tagle – tra i principali esponenti della Chiesa asiatica – e il congolese Fridolin Ambongo Besungu, possibile candidato in caso di un primo Papa africano.

Pietro Parolin – 70 anni, veneto, segretario di Stato dal 2013, è tra i nomi più citati per la successione a Papa Francesco. Vicino all’attuale pontificato, è considerato un abile diplomatico con grande esperienza nei rapporti internazionali, avendo operato in aree delicate come il Medio Oriente, la Cina e il Venezuela.La sua lunga carriera nella diplomazia vaticana, unita alla profonda conoscenza della macchina ecclesiastica e del contesto geopolitico globale, lo rende un candidato forte, soprattutto in un’epoca segnata da guerre e tensioni internazionali. Considerato progressista, è noto anche per la sua distanza dalla liturgia tradizionale.

Tra i papabili italiani più vicini al fronte progressista figurano Matteo Zuppi, 69 anni, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, e Pierbattista Pizzaballa, 59 anni, è patriarca latino di Gerusalemme dal 2020 e cardinale dal 2023. Cresciuto in un contesto rurale lombardo, ha scelto la vita francescana fin da giovane. Inviato a Gerusalemme nel 1990, è diventato il primo cristiano a studiare le Scritture presso l’Università Ebraica. Ex Custode di Terra Santa, è molto rispettato in Medio Oriente per il suo equilibrio e la sua azione umanitaria, come la recente visita a Gaza. Pur con apertura al dialogo moderno, resta legato alla tradizione della Chiesa.

Péter Erdő, 72 anni, arcivescovo di Budapest, è uno dei candidati di punta per l’area conservatrice e filo-europea. Cresciuto durante il regime comunista, la sua famiglia fuggì temporaneamente dall’Ungheria nel 1956. Difensore della dottrina tradizionale, è contrario al celibato opzionale e alle unioni omosessuali. Ordinato sacerdote nel 1975, ha studiato a Roma e poi insegnato Teologia in patria, diventando rettore dell’università cattolica di Budapest. Nominato arcivescovo nel 2002 e cardinale nel 2003 da Giovanni Paolo II, ha guidato per un decennio (2006-2016) il consiglio delle conferenze episcopali europee. Potrebbe emergere come figura chiave se il Conclave si orientasse verso una linea più conservatrice.

Jean-Marc Aveline, 66 anni, nato in Algeria e rientrato in Francia con la famiglia nel 1962 dopo la guerra, entra in seminario ad Avignone nel 1977, per poi proseguire gli studi a Parigi, dove si laurea in filosofia alla Sorbona e si forma all’Institut Catholique. Ordinato sacerdote nel 1984, nel 2013 diventa vescovo ausiliare di Marsiglia, diocesi di cui assume la guida come arcivescovo nel 2019. Nel 2022 è creato cardinale da Papa Francesco, con cui condivide l’attenzione per il dialogo interreligioso, le periferie e le migrazioni. È stato lui a spingere per la storica visita del Papa a Marsiglia, rafforzando così la sua visibilità e influenza.

Fridolin Ambongo Besungu, 65 anni, cardinale e arcivescovo di Kinshasa, è una delle voci più influenti della Chiesa africana. Guida il Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar e, pur conservatore, ha avuto un rapporto stretto con Papa Francesco, facendo parte del suo Consiglio di cardinali. Nel 2023 si è distinto per la sua opposizione alla possibilità di benedire le coppie omosessuali, mantenendo una linea dottrinale tradizionale.

Luis Antonio Tagle, 67 anni, cardinale filippino e prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, unisce esperienza di Curia e rappresentanza dell’Asia, regione strategica per il futuro della Chiesa. Considerato tra i papabili più progressisti, è comunque contrario ad aborto ed eutanasia e ha criticato la legge sulla salute riproduttiva nelle Filippine. Nominato cardinale da Benedetto XVI nel 2012, è visto come una figura di sintesi tra sensibilità diverse.