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Ignazio La Russa interviene a difesa del figlio: il ritorno in tribunale e il caso Report

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A Report, La Russa ha contestato due puntate di ottobre sulla sua famiglia, oltre alla vicenda del figlio indagato per violenza sessuale

Il presidente del Senato ha partecipato all’udienza al Palazzo di Giustizia di Milano contro l’archiviazione del caso relativo alle informazioni diffuse in due puntate di Report del 2023, dedicate interamente alla famiglia La Russa. Nel frattempo, Ignazio La Russa, difende il figlio indagato per violenza sessuale.

Ignazio La Russa, perché è tornato in tribunale e cosa c’entra Report?

Il presidente del Senato si è recato in tribunale a Milano, dove ha partecipato come ‘persona offesa’ all’udienza di opposizione all’archiviazione della sua querela contro Report. Il programma di Sigfrido Ranucci aveva trasmesso nel 2023 due inchieste sulla ‘famiglia La Russa’, focalizzandosi principalmente su Antonino La Russa; il presidente del Senato aveva definito i giornalisti Rai ‘calunniatori vergognosi‘ e sporto denuncia per diffamazione aggravata.

Hanno ammesso di avere fatto un falso per corroborare la loro tesi, ed è l’unica cosa che la corroborava”, ha dichiarato il Presidente del Senato.

La Procura ha chiesto l’archiviazione, riconoscendo il diritto di cronaca, ma La Russa, tramite il suo avvocato Alessandro Contessini, ha presentato opposizione, richiedendo ulteriori indagini e l’audizione di testimoni, tra cui Ilda Boccassini. Secondo Report, Antonino La Russa avrebbe sostenuto la candidatura nel Movimento Sociale con un ‘santino’, un volantino elettorale. A tal proposito, il politico ha sottolineato:

“Una trovata umoristica che si doveva capire… Finalmente, finora nessuno l’aveva detto. Il volantino doveva corroborare che mio padre volesse candidare Sindona nell’Msi, e siccome questo come tutto il resto è completamente falso oggi ci hanno detto che si, è un falso, ma è una trovata televisiva“.

Durante l’udienza, La Russa ha spiegato di aver agito per difendere l’onorabilità della famiglia e in particolare del padre, aggiungendo che le ricostruzioni di Report si basavano su ‘pseudo-informative’ e su informazioni ‘prese da Wikipedia’. La decisione del gip Silvia Perrucci è attesa nei prossimi giorni.

Ignazio La Russa e il figlio accusato di violenza sessuale

Il presidente del Senato ha preso posizione anche in merito alle indagini per violenza sessuale che coinvolgono il figlio Leonardo Apache e un suo amico. Avvistato dai cronisti al settimo piano del Palazzo di Giustizia di Milano, dove ha partecipato all’udienza per il caso Report, ha replicato così:

“Come avete visto non ho mai fatto alcuna dichiarazione, ma nessuno mi può vietare di credere interamente alla innocenza di mio figlio e comunque mi affido ai magistrati”.

La ragazza, assistita dall’avvocato Stefano Benvenuto, ha raccontato che il 18 maggio, intorno a mezzanotte, si trovava in una discoteca a Milano con un’amica, dove ha incontrato Leonardo, ex compagno di scuola. Dopo un drink, ha dichiarato di non ricordare nulla di quanto accaduto, risvegliandosi confusa e nuda nel letto del ragazzo.

“Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni. Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua”, ha aggiunto La Russa.

La vicenda di La Russa Jr si è intrecciata con l’inchiesta su Equalize, società di dossieraggio illecito che ha portato a vari arresti. Samuele Calamucci, uno degli hacker coinvolti, ha parlato di una presunta telefonata tra Ignazio La Russa ed Enrico Pazzali, presidente autosospeso di Fondazione Fiera Milano e titolare di Equalize. Tuttavia, Ignazio La Russa ha commentato:

“Non mi ricordo quella telefonata, ma tutto è possibile. Comunque non ho mai saputo che esistesse quella società di cui era proprietario. Mai avrei potuto immaginare che il capo della Fondazione Fiera di Milano avesse un’agenzia spionistica”.