Anche se gli antichi romani erano piuttosto vanitosi ed estremamente accorti nella cura e nell’igiene del corpo, bisogna tener presente che i mezzi a disposizione erano quelli che erano e, a volte, ci si arrangiava come meglio si poteva.
L’ igiene orale era considerata indispensabile, ma i metodi utilizzati lasciavano piuttosto a desiderare.
Nonostante il largo uso di stuzzicadenti, la maggior parte delle persone si ritrovava con la bocca rovinata da una dentatura pressoché totalmente guasta.
Per lavare i denti si utilizzava una rudimentale pasta dentifricia a base di bicarbonato di sodio, ma c’era anche chi preferiva…l’urina, l’uso della quale era stato importato dalle abitudini quotidiane di Spagna e Africa Settentrionale.
A tal proposito, riporto alcuni celebri versi di un epigramma di Catullo, in cui il grande poeta latino prende in giro un certo Egnazio, il quale non perdeva occasione per ridere e mostrare i suoi denti sbiancati…dalla pipì:
“Sciocco, più i tuoi denti sono candidi, più attestano che tu hai bevuto questa porcheria!”.
Ad ogni modo, visti i sistemi adoperati, non stupisce che i denti costituissero spesso il punto debole nella bellezza di un antico romano.