Argomenti trattati
Il contesto della controversia
Negli ultimi mesi, la situazione di Alessandro Maria Minutella e fra Celestino della Croce ha sollevato un acceso dibattito all’interno della Chiesa cattolica. Entrambi i soggetti, pur non avendo alcun titolo ufficiale, hanno continuato a svolgere attività religiose, creando confusione tra i fedeli. La Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta ha deciso di affrontare la questione durante la sua assemblea, evidenziando la gravità della situazione e la necessità di una chiara comunicazione ai fedeli.
Le dichiarazioni dei vescovi
In una nota ufficiale, i vescovi piemontesi hanno espresso preoccupazione per le celebrazioni e le attività di predicazione condotte da Minutella e fra Celestino. Nonostante le loro scomuniche e sospensioni, i due hanno recentemente inaugurato un centro chiamato Casa Betania a Savigliano, dove continuano a svolgere funzioni religiose. I vescovi hanno sottolineato che tali azioni non solo sono contrarie alla disciplina ecclesiastica, ma possono anche ingannare i fedeli, portandoli a credere che tali attività siano legittime.
Il passato di Minutella e fra Celestino
Alessandro Maria Minutella, sacerdote originario di Palermo, ha una storia controversa. Dopo la sua scomunica nel 2018 per eresia e scisma, ha creato la comunità Piccola Nazareth, opponendosi apertamente alla Chiesa di Papa Francesco. D’altra parte, fra Celestino della Croce, noto anche come don Pietro Follador, è stato sospeso dal vescovo di Patti nel 2023 per comportamenti non in comunione con la Chiesa. Entrambi i casi evidenziano una crescente frattura all’interno della comunità cattolica, che richiede un intervento deciso da parte delle autorità ecclesiastiche.
Le ripercussioni sulla comunità cattolica
La situazione di Minutella e fra Celestino non è solo una questione interna alla Chiesa, ma ha ripercussioni significative sulla comunità cattolica. I fedeli, spesso confusi, possono trovarsi a seguire leader spirituali che non sono in comunione con la Chiesa ufficiale, creando divisioni e malintesi. I vescovi piemontesi hanno quindi lanciato un appello alla responsabilità, invitando i fedeli a rimanere uniti e a seguire la guida della Chiesa, per evitare che tali situazioni possano minare la fede e la coesione della comunità.