New Delhi, 14 feb. (askanews) – Il movimento dei trattori ha preso piede anche in India dove decine di agricoltori sono scesi in piazza per protestare contro il governo ma sono stati accolti da posti di blocco della polizia e gas lacrimogeni. I contadini indiani stanno
portando avanti la campagna “marcia verso Delhi” per chiedere al governo di introdurre un prezzo minimo per i beni che producono.
La polizia si è preparata accogliendoli con vere e proprie barricate. A Sganvgy, circa 200 chilometri a nord della capitale, un folto gruppo di contadini è stato fermato dagli agenti e ne sono scaturiti violenti scontri.
“Quando siamo arrivati qui – ha detto quest’uomo – la polizia ha iniziato a far piovere proiettili su di noi. Hanno sparato gas lacrimogeni, causando ferite a circa 25-30 persone”.
“Lavoriamo 18-20 ore nei campi ogni giorno e ancora lottiamo per sbarcare il lunario – aggiunge un altro contadino – eppure, quando chiediamo qualcosa al governo, ci accolgono con cariche di proiettili e manganellate”.
I sindacati degli agricoltori indiani degli stati settentrionali hanno indetto le proteste dopo il fallimento dei colloqui con il governo su migliori prezzi dei raccolti e sicurezza del reddito.
La polizia ha cercato di disperdere migliaia di manifestanti che si stavano radunando a oltre 200 chilometri a nord della capitale, ma i flussi di trattori hanno continuato ad arrivare, determinati a portare le loro preoccupazioni alla porta del governo. Mesi prima delle elezioni nazionali, gli agricoltori indiani formano un blocco elettorale significativo.