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I tagli agli aiuti tolgono tutto ai rifugiati sudanesi in Ciad

Roma, 12 apr. (askanews) – I tagli senza precedenti ai finanziamenti umanitari globali stanno avendo gravi ripercussioni sui rifugiati sudanesi in Ciad, con cliniche, scuole e programmi per proteggere donne e bambini dalla violenza e dallo sfruttamento costretti a chiudere. Lo rende noto l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) secondo cui i servizi di salute riproduttiva sono stati particolarmente colpiti: un reparto di maternità che serviva le donne rifugiate ha dovuto chiudere i battenti. Sempre più donne sono costrette a partorire in casa senza assistenza medica, con conseguente aumento della mortalità di donne e neonati. In tutto il Paese, oltre 8.500 bambini sfollati rischiano di perdere l’accesso all’istruzione secondaria quest’anno, poiché i tagli ai finanziamenti hanno reso impossibile pagare gli insegnanti. Se i tagli persistessero fino al 2026, oltre 155.000 bambini rifugiati potrebbero rimanere senza istruzione, lasciando i giovani senza speranza e più vulnerabili allo sfruttamento e agli abusi.

Il Ciad ospita 1,3 milioni di persone che sono state costrette a fuggire dalle proprie case, tra cui più di 760.000 rifugiati, sudanesi arrivati dopo lo scoppio della brutale guerra nel loro Paese nell’aprile del 2023. Le famiglie continuano ad attraversare il confine ogni giorno – la maggior parte delle quali sono donne e bambini – e ciò fa aumentare la pressione su uno dei Paesi più poveri del mondo, già provato dall’impatto di shock climatici estremi, conflitti e instabilità economica.