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I procuratori: "Tante domande, ma non c'è un mandante per Striano"

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"Il segreto di ufficio è stato levato"

L’ipotesi che la Procura di Perugia sta indagando riguarda molti richiedenti non una sola persona o entità, che avrebbero persuaso il tenente Pasquale Striano della Guardia di Finanza di attingere a informazioni private attraverso l’accesso non autorizzato al sistema delle notifiche di operazioni sospette e al database della Direzione Nazionale Antimafia.

Pm: “Tante domande, ma non c’è un mandante per Striano”

Questo soggetto è ancora oggetto di scrutinio da parte dei giudici, supervisionati dal capo dell’ufficio, Raffaele Cantone, che ha affermato che le indagini sono “ancora in corso”. Per quanto riguarda le ragioni che hanno spinto Striano a entrare nel sistema, gli investigatori stanno considerando una serie di possibili scenari.

I documenti dell’indagine sul dossieraggio sono stati poi inviati alla commissione Antimafia. Questo è ciò che sappiamo da fonti ben informate.

Già ieri, la procura di Perugia, che supervisiona l’indagine, aveva annunciato in una nota l’intenzione di farlo, “dato che il segreto di ufficio è stato levato” dopo che “i documenti sono stati inviati al giudice con una richiesta precauzionale” in riferimento all’ex sottufficiale della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, e all’ex magistrato in servizio presso la procura antimafia, Antonio Laudati. La richiesta è stata respinta dal giudice, e la Procura ha fatto appello alla Revisione.