Milano, 4 dic.
(askanews) – Un mare di sentimenti, fotografie di eccezionale normalità, canzoni da cantare a squarciagola che raccontano emozioni autentiche. E’ questo “Hello World” il nuovo album dei Pinguini Tattici Nucleari.
“Hello World inizia diciamo, l’idea è di essere in una foresta oscura, senza vedere nulla e inizia da soli, cioè ciascuno di noi da solo in una foresta, a un certo punto saluta il mondo, cerca aiuto anche solo in qualche modo e vede delle lucine lontane una dopo l’altra e quindi da soli ci si riscopre invece parte di un coro di un gruppo di un collettivo in qualche modo e quest’album cerca di sfidare in qualche modo la solitudine”.
“Allora, diciamo che non è tanto una scelta del raccontare storie normali, ma una scelta di raccontare noi stessi. Cioè noi portiamo quello che noi siamo, i nostri trascorsi le nostre cose che viviamo, il fatto comunque di vivere in provincia, di avere delle relazioni umane con i nostri amici di un tempo e le portiamo nelle nostre canzoni, quindi è veramente una rappresentazione di noi stessi”.
Sei ragazzi col volto pulito, sei amici che sanno anche denunciare la violenza contro le donne e parlare del consenso, lo hanno fatto con due brani Piccola Volpe e Migliore.
“Secondo noi questo è uno dei temi importanti dei nostri tempi ed è molto importante che questo tipo di discorsi vengano portati avanti da delle voci maschili”. “Allora, il consenso, come cerchiamo di spiegarlo nella canzone piccola Volpe, parte da un assunto. Cioè parte da mia madre che dice, lei è un mestre elementare, non si insegna abbastanza l’affettività a scuola. Di conseguenza utilizzando l’idea di favola, di fiaba anche in qualche modo, cioè quella di una piccola Volpe, si cerca di spiegare che il consenso non può prescindere dalla libertà propria e dell’altro o dell’altra.
E’ un concetto che può sembrare semplice ma va insegnato fin dalla tenera età per fare sì che poi si possano crescere delle generazioni consapevoli”.
In attesa del nuovo tour negli stadi, i Pinguini con Hello World si rivolgono a tutti indiscriminatamente.
“Il pop, secondo me, deve essere inclusivo e non è tanto uno statement politico, che oggi ci fanno credere che l’inclusività, l’inclusione sia un concetto politico, no, banalmente l’idea di creare un grande gruppo, una grande famiglia e soprattutto di far sentire le persone incluse.
C’è canzoni che parlino di tutti e di tutte, canzoni che si possono cantare attorno a un falò, per l’appunto. Una delle immagini promozionali del nostro tour è stata quella, un falò, un grande falò, il calore della musica. E di conseguenza cerchiamo di raccontarci in questo modo”.
Un album che vuole regalare una prospettiva, come sempre estremamente personale e sentita, sulla complessità del presente, ancora una volta attraverso gli occhi di una band.