Gaza City, 5 feb. (askanews) – Gaza City è distrutta, ma i palestinesi tornati alle loro case in città grazie alla pace temporanea hanno ascoltato le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che pensa di annettere la Striscia, farne una Riviera del Medio Oriente e spostare tutti gli abitanti a vivere altrove.
“Io sono gazawi, mio padre e mio nonno erano di qui. Siamo veri gazawi. Possono fare quello che vogliono ma noi resteremo qui fermi in patria. Non ce ne andremo. Abbiamo solo un’opzione: vivere o morire qui” dice Ahmed Halasa, 41 anni.
“Combattiamo gli sfollamenti dal 1948. Ci rifiutiamo, perché combattiamo da 76 anni, ci avviciniamo a cent’anni di conflitto. Respingiamo gli sfollamenti e l’espulsione dalla nostra terra. Questa è la nostra terra” dice Ahmed al Minawi, 24 anni. “Siamo tornati anche se è tutto distrutto e nonostante manchino infrastrutture, acqua, necessità di base. Torneremo perché rifiutiamo categoricamente di essere sfollati”.
E Badri Akram, 36 anni, dice “Noi non ce ne andremo, qualunque cosa succeda. La mia casa è stata distrutta ma posso dormire sulle rovine. Non ce ne andremo anche se ci tolgono i beni più essenziali. Rimarremo qui sulla nostra terra, la terra dei nostri antenati”.