Nel corso della vita e della carriera politica Adolf Hitler sfuggì a un tale numero di attentati da aver avuto egli stesso la sensazione di essere inattaccabile, mentre agli occhi dei nemici dovette apparire, almeno per un certo periodo di tempo, quasi “immortale”.
Furono in tanti a tramare contro il Fuhrer, da alcuni membri dei partiti messi fuori legge nel 1933, agli aristocratici, ad alcuni settori dell’apparato militare, ma nessuno riuscì nell’impresa.
Nel 1938 ci provò lo svizzero Maurice Bavaud, che avrebbe dovuto sparargli durante un raduno, ma la calca impressionante gli impedì di prendere la mira e il tentativo fallì.
L’anno dopo, Georg Elser fece saltare in aria la birreria del putsch di Monaco, dove il dittatore doveva tenere un discorso, la cui anticipazione di mezz’ora circa, portò ad un altro nulla di fatto.
Ancora nel 1939, nel mese di Settembre, la resistenza polacca tentò con il tritolo, ma l’innesco non si verificò; l’8 Giugno del 1942 ci riprovò, stavolta con l’appoggio dei servizi segreti britannici, ma invece del treno del Fuhrer, fu colpito un convoglio civetta che lo precedeva.
L’attentato più terribile, che arrivò molto vicino al bersaglio, fu quello organizzato dal colonnello Claus Schenk von Stauffenberg, che fece esplodere una bomba nel quartier generale di Hitler a Rastenburg il 22 Luglio 1944; nel tremendo scoppio persero la vita quattro ufficiali e una stenografa, ma Hitler, anche stavolta, non si sa come, ne uscì illeso.