L’attivista Greta Thunberg ha preso parte a una manifestazione a Milano insieme ai Fridays for Future.
L’evento ha avuto inizio questa mattina da largo Cairoli, in occasione dello sciopero per la giustizia climatica, e ha portato l’attenzione sulla richiesta di fermare il “genocidio” in Palestina, come evidenziato dagli slogan esposti. Greta, indossando una kefiah, ha marciato insieme a circa mille studenti, che hanno organizzato varie azioni durante il percorso, in particolare di fronte al Museo della Scienza e della Tecnica, dove era stato collocato un missile di cartapesta con la motivazione che “è finanziato da Leonardo, che contribuisce ai bombardamenti su Gaza”.
Nel suo intervento dal megafono, l’attivista svedese ha sottolineato: “Se ci si definisce attivista per il clima, è necessario anche battersi per la liberazione della Palestina e contro il colonialismo e l’oppressione nel mondo”. Ha proseguito dicendo che non si può aspirare a una giustizia climatica ignorando la sofferenza dei popoli oppressi. “È fondamentale uscire dalla propria zona di comfort e chiedere la fine di questo genocidio: è una questione umanitaria fondamentale”, ha affermato.
“Il silenzio equivale a complicità, non possiamo permetterci di essere neutrali di fronte a un genocidio. Anche se cercheranno di farci tacere, torneremo e faremo sentire la nostra voce. Tutto è in gioco, nessuno sarà veramente libero fino a quando tutti non lo saranno”.
A Torino
Si è concluso un altro corteo dei Fridays for Future, che ha visto la partecipazione di circa mille persone che hanno attraversato il centro della città.
Durante il percorso, gli attivisti ambientalisti hanno organizzato diversi flash mob. Il primo si è svolto nei pressi del Grattacielo Intesa Sanpaolo, dove uno striscione è stato affisso tra gli alberi del controviale. Questo striscione denunciava i media, accusati dai manifestanti di rimanere in silenzio di fronte alla crisi climatica. Alcuni attivisti hanno persino coperto le loro bocche con dello scotch. Non lontano, delle affissioni sono state incollate sulle vetrine di una banca, criticando le istituzioni finanziarie che continuano a investire in energie fossili.
Infine, di fronte al Municipio, i giovani si sono distesi a terra, srotolando uno striscione con la dicitura “Fermiamo il Ddl 1.660”, firmato “Rete liberi/e di lottare”, e con il messaggio finale “No allo stato di polizia”. Il corteo si è chiuso ai Giardini Reali.