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Governo: Parrini (Pd), 'anche da Consulta stop a decretazione'

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Roma, 26 lug. (Adnkronos) - "Evidenziando di fatto l'abnormità del modo in cui il Governo Meloni sta legiferando, procedendo al ritmo mai visto prima di circa 4 decreti legge al mese, la sentenza n. 146/2024 della Corte Costituzionale depositata ieri sembra destinata a rappresentare...

Roma, 26 lug. (Adnkronos) – "Evidenziando di fatto l'abnormità del modo in cui il Governo Meloni sta legiferando, procedendo al ritmo mai visto prima di circa 4 decreti legge al mese, la sentenza n. 146/2024 della Corte Costituzionale depositata ieri sembra destinata a rappresentare uno spartiacque". Così il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali. "A prescindere dal singolo episodio – prosegue – che ha fatto nascere il giudizio (un'ordinanza di rimessione del Tribunale di Napoli chiamato a esprimersi sulla vergognosa cacciata di Stéphane Lissner dalla direzione artistica del Teatro San Carlo di Napoli imposta per decreto al fine di assicurare un posto di prestigio a Carlo Fuortes così da convincere quest'ultimo a lasciare libero il suo in Rai), la Consulta nel dichiarare l'illegittimità costituzionale della disposizione in questione, inclusa nel comma 3 dell'articolo 2 del dl 51/2023, ha svolto considerazioni generali di primaria importanza in materia di ricorso ai decreti legge".

"Le affermazioni di principio contenute nella sentenza sono chiarissime e assai rilevanti – aggiunge – fare abuso dei decreti legge – adottandoli a ripetizione, spesso senza nessun motivo d'urgenza dimostrabile, addirittura inserendovi in sede di emanazione o di conversione norme estranee alla materia principale trattata, e nei casi più gravi palesemente ad personam – è una prassi politica altamente deprecabile che si pone in contrasto con la Costituzione in primo luogo perché ne scardina gli equilibri basilari svuotando le funzioni del Parlamento e perché apre la strada a un "modo di legiferare caotico e disorganico che pregiudica la certezza del diritto". "Dopo un pronunciamento così chiaro – conclude Parrini – bisogna sperare che il governo "tutto-decreti" avverta che ha il dovere di cambiare strada e di smetterla di calpestare le Camere, che, come ricorda la citata sentenza, sono la sede più alta e compiuta "della rappresentanza della Nazione".