Roma, 9 gen. (Adnkronos) – Una lettera-appello firmata dai principali lobbisti italiani e indirizzata alla premier Giorgia Meloni per dire, intanto, che lobbista non vuol dire 'maneggione', definizione dalla quale si sentono "profondamente offesi", e per chiedere una legge "non punitiva" che regoli il settore. "Siamo lobbisti. Cioè professionisti: comunicatori, manager, consulenti, studiosi, esperti.
Lavoriamo -si legge nella lettera, per aziende o in proprio, ci occupiamo di relazioni pubbliche, facciamo parte di associazioni, fondazioni e think tank. Siamo specialisti: conosciamo i principi fondamentali del diritto e dell’economia, della comunicazione e del marketing, sappiamo come si scrive una legge, verifichiamo nel dialogo l’incidenza di una misura sul bilancio di un Ente pubblico e le compatibilità con le esigenze del sistema in cui tutti operiamo".
"Il nostro lavoro si svolge nel dialogo quotidiano con le Istituzioni – che avviene sempre in un clima di attenzione, trasparenza e rispetto reciproco – e nel monitoraggio e ascolto dell’opinione pubblica. Così contribuiamo al processo democratico. Restiamo quindi delusi e sconcertati quando – periodicamente – si fa riferimento al lobbismo per indicare attività illecite, oscure, oltre il confine della legalità. Noi e migliaia di professionisti del settore – un mercato ancora piccolo ma in crescita costante, con una presenza sempre più marcata di giovani professionisti – ci sentiamo profondamente offesi ad essere descritti come 'affaristi' o 'maneggioni'".
"Da decenni si parla di un provvedimento di legge che dovrebbe regolare le attività lobbistiche, che però non vede mai la luce. Non è il caso di indagare i motivi dei ritardi. Siamo consapevoli della complessità della materia, ma il dato di fatto è che l’Italia è oggi uno dei pochi paesi democratici a non avere alcuna legislazione sul lobbying: non disposizioni 'punitive', che dicano 'in negativo' ciò che non si può fare, ma un quadro di regole chiare, che favoriscano la trasparenza, il dialogo e la reciprocità nel rapporto tra rappresentanti di interesse e decisori. Rivolgiamo quindi al Legislatore una richiesta formale e semplice. Si proceda senza indugio all’approvazione di una legge sul lobbying, affinché si smetta di parlare del tema impropriamente, finendo per mettere sotto accusa un intero comparto di seri professionisti".