Roma, 11 gen. (Adnkronos) – "L’abrogazione dell’abuso d’ufficio è una risposta sbagliata ad una domanda giusta. Come si tutelano i pubblici funzionari rispetto alle incertezze delle fattispecie penali? E come li tuteliamo senza cedere a impunità o senza disinteressarsi del cittadino che subisce un’angheria da un funzionario pubblico? Queste due esigenze fondamentali non si tengono insieme abrogando l’abuso d’ufficio".
Così in una nota congiunta Debora Serracchiani, responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del Pd, Alfredo Bazoli e Federico Gianassi, parlamentari dem e rispettivamente capigruppo Pd nelle Commissioni Giustizia di Senato e Camera.
"La destra ricordi che non siamo all’anno zero: nel 2020 il reato è stato fortemente ridimensionato e ristretto nella sua applicazione; inoltre con la riforma Cartabia l’indagato non è più iscritto automaticamente nel registro degli indagati. Grazie a queste due modifiche oggi le archiviazioni sono particolarmente elevate, ma si ricordi che afferiscono ad indagini precedenti alla riforma del reato e che oggi, proprio grazie a quella riformulazione più stringente, si archiviano".
"Restano sentenze che applicano in modo non coerente le nuove norme e alcune incertezze applicative devono essere corrette e per questo noi siamo, e l’abbiamo sempre detto, per la riforma del reato e su questo sfideremo le destre in aula. Occorre inoltre ricordare che i problemi dei sindaci sono soprattutto prodotti dal sistema generale delle responsabilità che su di essi ricade. E’ questo sistema che deve essere cambiato".
"Questa, pertanto, la proposta del Pd: modificare il Tuel per impedire che il sindaco in quanto sindaco risponda di tutto quello che succede in una città; cancellare la discriminazione della Severino verso i sindaci che sono sospesi dopo condanna di primo grado, ad eccezione dei reati di mafia e criminalità organizzata; escludere la responsabilità erariale degli amministratori se non per caso di dolo (risponderanno del danno erariale i funzionari pubblici che hanno dato i visti di regolarità tecnica e contabili ma non i sindaci e gli assessori che in relazione a quegli atti hanno espresso un giudizio che è politico e non tecnico). Su questi temi abbiamo presentato atti e emendamenti anche in questi giorni respinti al Senato".
"Aggiungiamo che con l’abrogazione, purtroppo, non finiranno i procedimenti, ma i sindaci rischieranno di essere indagati per reati più gravi dell’abuso di ufficio. E a denunciare questo rischio sono stati persino esponenti della destra che pure votano per l’abrogazione del reato. Continueremo a batterci per tutelare i sindaci e al contempo la legalità. Tenere insieme queste sfide e’ possibile a partire dalle nostre proposte che sono concrete".