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La custodia cautelare ripristinata
Giuseppe ‘Enzo’ Mangion, noto boss della famiglia mafiosa ‘Santapaola’ di Catania, rimarrà in carcere. La prima sezione della Corte d’appello di Catania, presieduta da Sebastiano Mignemi, ha accolto un’istanza dei sostituti Pg Nicolò Marino e Andrea Ursino, ripristinando la misura cautelare della custodia in carcere. Questa decisione è stata presa in seguito a un’informativa della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) e del nucleo di Polizia giudiziaria interforze della Procura Generale.
Il contesto della condanna
Mangion, figlio di Francesco, un uomo d’onore deceduto e luogotenente di fiducia del capomafia Benedetto Santapaola, era stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare nel 2019 nell’ambito dell’operazione Samael. La sua condanna, confermata nel 2022, prevede una pena di 19 anni e 3 mesi di reclusione per associazione mafiosa, con un verdetto irrevocabile risalente al 2009. La Corte ha evidenziato che il provvedimento di custodia cautelare sarebbe scaduto oggi, ma ha ritenuto necessario il suo ripristino.
Il pericolo di fuga e le comunicazioni illecite
Secondo la Corte d’appello, esistono ancora gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Mangion, che è considerato un pericolo di fuga. I giudici hanno sottolineato il suo ruolo apicale all’interno della famiglia mafiosa e la gestione economica degli affari illeciti. Inoltre, è emerso che Mangion potrebbe ricevere disposizioni dal cognato Aldo Ercolano, attualmente a capo del sodalizio mafioso, e che ci sono rischi di comunicazioni illecite tramite colloqui con la sorella Francesca. La Corte ha quindi ritenuto che le esigenze cautelari non siano affievolite e che la custodia in carcere sia necessaria per garantire la sicurezza e l’integrità delle indagini.