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Giuliana De Sio ha rivelato di aver sofferto la perdita di tre gravidanze a causa di aborti spontanei, un'esperienza che ha descritto come estremamente dolorosa. Allo stesso modo, la sua partecipazione al programma televisivo "Ballando" l'ha resa oggetto di umiliazioni, trasformandosi in una vera e propria tortura per l'artista.

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L'attrice italiana Giuliana De Sio, famosa per il suo lavoro nel teatro e nel cinema, ha parlato della sua vita e carriera in un'intervista con La Stampa. Nata a Cava de' Tirreni e trasferitasi a Roma a 18 anni, De Sio ha condiviso la sua passione per la televisione e il teatro, ricordando il suo primo ruolo in un dramma basato su Sibilla Aleramo. Ha inoltre discusso il suo imminente ruolo nel dramma di Andrew Bovell "Cose che so essere vere", che esplora la sfida nel rappresentare emozioni sincere sul palco. De Sio ha anche riflettuto sulle sue personali difficoltà, incluse le esperienze di tre aborti spontanei e la partecipazione all'edizione di Ballando con le stelle, definendola umiliante. Ritorna anche sulla sua difficile storia familiare caratterizzata da abbandono, alcolismo e violenza.

L’attrice Giuliana De Sio, 67 anni, nota per i suoi contributi al teatro e all’industria cinematografica, racconta la sua vita e carriera in una recente intervista con La Stampa. Discussa il suo ruolo nel dramma di Andrew Bovell, “Cose che so essere vere”, che presto sarà presentato al Teatro Carignano.

Nata a Cava de’ Tirreni e trasferitasi a Roma all’età di 18 anni, De Sio è entrata nel mondo dello spettacolo, affermando che la televisione la “accarezza” più del teatro, in cui l’artista è solo e interagisce direttamente con la platea. Ricorda con orgoglio il suo primo lavoro in un drama basato su Sibilla Aleramo.

De Sio parla anche della sua imminente apparizione in “Cose che so essere vere”, diretto da Valerio Binasco, che si aprirà il 7 ottobre. Discute della sua sfida personale nel trattamento dei sentimenti sulla scena, descritta come una ricerca dolorosa: “Ci vorrebbe uno speleologo dell’anima capace di scendere nelle viscere”.

L’attrice riflette anche su esperienze personali difficili, come aver avuto tre aborti spontanei, e critica la sua ultima partecipazione a Ballando con le Stelle, descrivendola come un’umiliazione.

Il dramma familiare è il fulcro dell’opera, che racconta la lotta di una donna ordinaria per creare una famiglia ideale. Un obiettivo praticamente irraggiungibile, dato che ci sono sempre segreti nascosti che alla fine emergono e distruggono tutto. Non si tratta di una tragedia, ma di piccoli eventi che sconvolgono una vita per quanto semplice possa essere. Questa è la storia di persone ordinarie, l’eccezionalità della vita quotidiana. La protagonista rappresenta una famiglia disfunzionale che non si rende conto di esserlo.

Riguardo alla propria storia familiare, l’attrice ha avuto a che fare con una situazione complessa: il padre ha abbandonato la famiglia quando aveva 11 anni, considerato inutile dalla madre e conseguentemente anche dai figli. La madre, alcolista e spesso molesta e violenta, non riusciva a prendersi cura di loro. Dopo il divorzio, sia il padre che la madre si sono risposati diverse volte. La madre con un uomo che ha svolto il ruolo di padre che l’attrice non aveva mai avuto. Successivamente, l’attrice ha lasciato prima Cava de’ Tirreni e poi Salerno.

Parlando della sorella Teresa, l’attrice afferma: “Siamo andate su strade diverse. Ora siamo più vicine, viviamo sulla stessa strada a Roma e ci parliamo ogni giorno. Questo è un progresso recente”.

Per l’attrice, il suo desiderio di creare la sua propria famiglia è stato più volte intralciato: “Ho avuto tre aborti spontanei, che sono stati molto dolorosi. Tuttavia, sono in grado di elaborare gli eventi negativi. Li diminuisco, li depotenzio e accetto che queste sono cose che accadono a chi è vivo. Non lascio che questi eventi ritornino nei miei pensieri. Tranne quando qualcuno li porta alla mia attenzione”.

De Sio ha sperimentato la partecipazione a Ballando con le stelle, un’esperienza che, come ha affermato, «mi ha fornito una comprensione di me stessa più profonda di quella ottenuta da 30 anni di introspezione. Ero contenta. Passavo 4 mesi confinata al 41 bis, impegnata a ballare per 7 ore al giorno. L’aspetto negativo era il programma televisivo, una tormenta, un ambiente sgradevole. Non ho perso il mio senso dell’umorismo, ma lì ho subito umiliazioni orribili. Mi sono trovata in un guaio simile al servizio militare. Ho resistito e non considero Ballando un’esperienza da scartare, ma piuttosto un importante studio antropologico. Fisicamente, tuttavia, è stato un disastro. Ho dovuto sottopormi a un intervento chirurgico al tendine a causa di un incidente durante le prove e ora non sono più in grado di praticare il tennis, uno sport che amo».