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Giulia Tramontano, la sorella a Verissimo: "Impagnatiello non è un uomo"

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Intervistata da Silvia Toffanin, la sorella di Giulia Tramontano ha spiegato perché ha deciso di lasciare l'Italia

Costretta a convivere con un dolore indirettamente provocatole da un uomo, Alessandro Impagnatiello, responsabile dell’omicidio della sorella e del figlio che portava in grembo, e per tale ragione recentemente condannato all’ergastolo. Chiara Tramontano, sorella di Giulia, ha accettato l’invito di Silvia Toffanin ed ha raggiunto gli studi di Verissimo per un’intervista nel corso della quale ha anche rivelato, tra le altre cose, perché ha deciso di lasciare l’Italia.

La sorella di Giulia Tramontano a Verissimo: “Una sentenza giusta”

Anzitutto Chiara Tramontano ha parlato della sentenza definendola “giusta” e tale da portare “un sospiro di sollievo dalla paura di incontrarlo. Per un momento pensi che l’asse della giustizia sia finalmente tornato al suo posto, che il male sia chiuso dietro le sbarre. Ma anche pensando che la persona che ha ucciso mia sorella non ha più una vita, questo non lenisce il dolore. Trovo assurdo quello che è successo a mia sorella”. Parlando con Silvia Toffanin la giovane, che ha sempre utilizzato i social per esprimere i suoi pensieri concedendosi di rado ai microfoni delle trasmissioni televisive, ha sottolineato di non aver mai pensato che la vita della sua famiglia sarebbe potuta drammaticamente cambiare in maniera irreversibile.

A pochi giorni dalla sentenza e dalla condanna all’ergastolo per Alessandro Impagnetiello che, oltre alla sorella Giulia ha tolto la vita al piccolo Thiago che la ragazza portava in grembo, Chiara ha parlato della situazione emotiva della sua famiglia. “Non sono una madre – ha spiegato – ma credo che quando perdi un figlio, non c’è più una risposta alla domanda ‘come stai?’. La vita diventa un alternarsi tra giorno e notte. Sono fragili, insicuri, hanno bisogno di essere spronati. La loro vita è finita, sono dei grandi genitori e non credo che meritassero questo”.

Chiara Tramontano: “Impagnatiello non è un uomo”

Parlando di Impagnatiello ha detto: “Raramente lo definisco uomo, non so come il concetto di umanità possa essere associato a una tale persona. C’è un distacco totale tra il concetto che noi abbiamo di persona e ciò che questo individuo è stato verso mia sorella. Quando vedo le immagini mi chiedo perché sia capitato a me. So di non essere la sola sorella che soffre in Italia, ma non so come sia possibile che l’anima di mia sorella, una persona così sensibile, non abbia potuto vedere il male che c’era nell’uomo con cui stava. Credo sia il problema delle persone sensibile, di pensare troppo agli altri e poco a se stesse”.

Chiara Tramontano a Verissimo: “Ho lasciato l’Italia per darmi una possibilità”

Ancora, Chiara ha spiegato per quale motivo ha deciso di lasciare l’Italia: “Non sono scappata, ma mi sono data una possibilità, quella di stare in un paese che conoscesse prima me e poi la mia storia. Anche se l’Italia è stata gentile con me, abbiamo avuto il supporto della comunità, anche dei giornalisti. Ma se vuoi ricominciare la tua vita e vuoi che il tuo nome sia anche associato all’idea di avere una carriera, devi ricominciare socialmente. È stata dura, ma se non fossi andata in Olanda, oggi non avrei avuto tanta forza per affrontare il processo e seguire gli step burocratici di questi anni. Mi manca molto la mia famiglia, ma non ho intenzione di ritornare”.

Chiara Tramontano su Giulia: “Non ho mai pensato fosse stata uccisa”

E, ricordando i drammatici momenti della scomparsa, ha rivelato alla Toffanin: “Non credo che qualcuno pensi nella vita possa succedere una cosa così. Quando ho saputo che mia sorella fosse scomparsa per 24 ore, non essendoci segni di una violenza domestica, di un rapporto morboso con segni di precedente violenza, non ho mai pensato fosse stata uccisa. Ho pensato che fosse esausta, di questa gravidanza non condivisa, questo continuo tentennare di lui di volere o no questo bambino. Credevo si fosse rintanata nel pensare a se stessa. Ho anche temuto, essendo una persona fragile, che potesse farsi del male. Mai avrei pensato potesse diventare vittima di femminicidio. Mio padre, invece, lo aveva capito. Non aveva dubbi rispetto al fatto che non fosse scomparsa volontariamente, perché non lo avrebbe fatto senza avvertire. Io invece per tre giorni ho avuto la speranza che fosse così. Ho sognato che mi chiamasse, che ci diceva di andarla a prendere. L’ho sperato e sognato, ma i sogni hanno una fine”.