Gino Cecchettin ha lasciato un’intervista a Il Messaggero, sono molti i temi trattati: il papà di Giulia ha parlato dei genitori di Filippo Turetta e del libro che ha scritto per mantenere vivo il ricordo della figlia.
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Gino Cecchettin: “I genitori di Turetta credo siano molto soli”
“Ci siamo messaggiati un paio di volte del resto io non li conoscevo, non li avevo mai frequentati. Però mi capita di pensare a loro: io vivo il mio lutto, ricevo vicinanza, loro credo siano molto soli, sono i genitori di un assassino. E penso anche a cosa deve passare il fratello del suo ex, che vita avrà quel ragazzo” ha raccontato Gino Cecchettin riferendosi ai parenti di Turetta. Il papà di Giulia ha poi continuato: “Ho due ragazzi ai quali devo dedicare tutto il mio sostegno e affetto. Però temo che il momento più difficile debba ancora arrivare. L’altro giorno ero al telefono, senza farci nemmeno caso mi sono seduto sul letto di Giulia. Quando ho chiuso la telefonata ho alzato la testa e visto un quaderno, era quello in cui Giulia aveva realizzato alcuni disegni del corso che aveva cominciato a seguire a Reggio Emilia. L’ultimo era del 9 novembre, poi solo pagine bianche. Sono le situazioni che mi riportano indietro, che fanno più male: quelle pagine resteranno bianche“.
“Ho scritto questo libro perché lo dovevo a Giulia”
Gino continua a mantenere vivo il ricordo della figlia attraverso il libro nel quale descrive lo sconforto, il dolore e la disperazione di un padre che ha perso sua figlia: “Ho scritto questo libro perché lo dovevo a Giulia, se sono qui è proprio perché sento di dover contribuire a un cambiamento. Ho avuto tanta solidarietà, il gesto di alcune persone mi ha commosso. Poi certo c’è stata anche cattiveria, inspiegabile. Forse quelli che criticano si aspettavano che stessi in casa a piangere, a vivere il lutto con i miei figli tra le quattro mura. Ma per Giulia, per quello che le è capitato, non potevo farlo“.
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