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Giulia Cecchettin, Filippo Turetta racconta l'omicidio:" Volevo suicidarmi"

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Il resoconto del verbale sulla confessione di Filippo Turetta: il ragazzo aveva tentato il suicidio dopo aver ucciso Giulia Cecchettin

Quarto Grado ha diffuso il verbale della confessione di Filippo Turetta davanti al gip nel carcere di Verona dello scorso 1 dicembre. Il ragazzo è tornato sul giorno del tremendo omicidio di Giulia Cecchettin, spiegando che aveva provato in due occasioni diverse a suicidarsi: “Ma non ce l’ho fatta“.

Filippo Turetta aveva provato a suicidarsi: l’omicidio di Giulia Cecchettin

Ho imboccato la strada per Barcis. Mi sono fermato in un punto in cui non c’erano case e sono rimasto un po’ lì. Ho provato anche con un sacchetto a soffocarmi, però anche dopo averlo legato con lo scotch non sono riuscito e l’ho strappato all’ultimo. Allora ho preso lei e sono andato a nasconderla” – così Filippo Turetta aveva provato a togliersi la vita, dopo aver ucciso Giulia Cecchettin, la ragazza di 22 anni con cui era stato fidanzato.

Filippo Turetta aveva provato a suicidarsi: il ruolo dei genitori

Non solo, il ragazzo dopo l’omicidio era fuggito in Germania con la sua automobile (e lì fu fermato dalle autorità dopo giorni di latitanza), e anche in quell’occasione aveva provato a suicidarsi: “Avevo un pacchetto di patatine in macchina e una scatolina con qualche biscotto. Non ho mai comprato nulla da mangiare. I soldi che avevo li ho spesi per i rifornimenti di benzina. Volevo togliermi la vita con un coltello che avevo comprato, ma non ci sono riuscito. Pensavo che se avessi fumato e bevuto sambuca sarebbe stato più facile suicidarmi, ma invece ho vomitato in macchina”. Un ruolo chiave, per Turetta, è stato svolto dai suoi stessi genitori: “Ho riacceso il telefono. Cercavo notizie che mi facessero stare abbastanza male da avere il coraggio per suicidarmi, ma ho letto che i miei genitori speravano di trovarmi ancora vivo e ciò ha avuto l’effetto opposto. Mi sono rassegnato a non suicidarmi più e ad essere arrestato“.