> > Giubileo 2025 tra aspettative e rischio overbooking

Giubileo 2025 tra aspettative e rischio overbooking

Roma, 13 dic. (askanews) – Il 78,2% delle imprese non conosce la formula di cooperazione finanziaria del partenariato pubblico-privato. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Lab21.01 di Roberto Baldassari per la Confederazione AEPI, presieduta da Mino Dinoi, e presentato questa mattina nel corso di un incontro al Campidoglio dal titolo “GIUBILEO: quali opportunità per il made in Italy? Partenariato Pubblico-Privato e Impresa Culturale”.

Altro dato inaspettato è che, malgrado i disagi per i cittadini e i probabili ritardi nei tempi di consegna, ben l’84% degli intervistati ritiene utili le opere e le migliorie che si stanno realizzando in vista del Giubileo. Dato positivo anche per quanto riguarda le aspettative di ritorno economico: il 91,3% del campione, infatti, ritiene che il Giubileo aumenterà i profitti delle imprese.

L’iniziativa ha dato vita ad un momento di confronto e di riflessione, partendo dalle esperienze di ciascun comparto e dai dati emersi in relazione alle attese del Giubileo: le stime Isnart e Unioncamere indicano un potenziale afflusso di 35 milioni di arrivi, che genereranno 105 milioni di presenze totali, con una spesa turistica prevista di 16,7miliardi di euro. Tali stime suggeriscono un concreto rischio di overbooking, soprattutto in occasione degli eventi del Giubileo nei mesi di alta stagione, con un picco previsto nel periodo 28 luglio/3 agosto, durante il Giubileo dei Giovani, per il quale si prevede la presenza di oltre un milione di giovani pellegrini nella Capitale. Per quanto riguarda i Paesi di provenienza, i dati storici indicano che l’80% di turisti arriva da Italia ed Europa, l’8% dal Nord America, dai paesi dell’America Centrale e Meridionale, con un incremento di arrivi da Stati Uniti, Argentina, Filippine, Spagna e Irlanda.

All’incontro, moderato dal giornalista e autore Rai Alessandro Sansoni, sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente della Commissione Cultura alla Camera Federico Mollicone, la Presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli, l’Assessore alla Cultura della Regione Lazio Simona Renata Baldassarre, l’Assessore alla Cultura del Comune di Roma Massimiliano Smeriglio, il Presidente del Palaexpo di Roma Marco Delogu, il Direttore Generale AGIS Domenico Barbuto, la Presidente dell’Associazione Teatri Italiani Privati (ATIP) Claudia Spoto e l’Amministratore Delegato della Fondazione Sorrento Mario Gargiulo.

MINO DINOI, PRESIDENTE AEPI: “Dal nostro sondaggio emerge un dato preoccupante: il 78% degli intervistati non conosce lo strumento del partenariato pubblico-privato. È una grande occasione mancata perché è il momento dell’alleanza tra le imprese culturali e il pubblico per creare veramente delle opportunità di rilancio di tutto l’indotto turistico e culturale della nostra città ma del nostro Paese, anche in prospettiva del Giubileo”.

MASSIMO SMERIGLIO, ASSESSORE CULTURA COMUNE DI ROMA: “Siamo in una fase convulsa, oggettivamente positiva perché stiamo trasformando la città”, ma anche “densa di problematiche: c’è un sistema di imprese al lavoro perché solo per il lato conservazione, restauro e ripristino dei beni storici architettonici abbiamo in questo momento 113 cantieri all’opera. Abbiamo cominciato a inaugurare alcune fontane, piazza Farnese, Pantheon, piazza Navona, quindi c’è un sistema di imprese che ha avuto l’opportunità di esprimersi al meglio nel combinato disposto da PNRR e Giubileo. È chiaro che non stiamo al meglio dal punto di vista delle forme anche più innovative, sia dal punto di vista della cantierizzazione e anche di gestione dei beni pubblici, però questo può essere lo spunto di questa mattinata per capire meglio come costruire partnership”.

FEDERICO MOLLICONE, PRESIDENTE COMM. CULTURA CAMERA DEI DEPUTATI: La proposta di legge ‘Italia in scena’ “è una riforma rivoluzionaria nell’approccio, nella concessione e nella gestione di spazi culturali piccoli, medi, grandi, a tutti i livelli, dai borghi alle città d’arte piccole e grandi, fino ai beni culturali regionali, anche privati, delle dimore storiche o delle fondazioni bancarie. Verrà creata una doppia anagrafe digitale gestita e vigilata dal MIC. In base ai requisiti ci saranno due elenchi, uno dei beni concedibili e uno dei concessionari” che, “in base alla struttura della società o della ditta individuale, al fatturato, ai dipendenti e all’organizzazione aziendale potranno accedere a determinate forme di partenariato pubblico-privato. Il bando è un bando proporzionale ovviamente alla propria struttura, questo è innovativo e riformatore perché non è un bando a scadenza che magari non si sa quando inizia, quando finisce o che è molto selettivo. Sono due elenchi permanenti per cui i Comuni, le regioni, le fondazioni bancarie e le dimore storiche possono continuativamente iscrivere nuovi spazi e la stessa cosa possono fare i concessionari. Viene fatta ovviamente una valutazione sui requisiti e, in base a questi, hanno accesso a un certo tipo di beni o di servizi rispetto ad altri. Quindi è una rivoluzione dolce nel settore della cultura che crea turismo lento, che crea lavoro, che crea indotto ma soprattutto nel nome della valorizzazione culturale e dell’eccellenza italiana”.