Giovanni Toti, nel contesto del Caso Liguria, ha commentato la sua decisione di patteggiare dichiarando: "Ho sentito che ho ricevuto più giustizia in questo modo rispetto a quello che avrei ottenuto da 15 anni di procedimenti giudiziari".

Nel talk show "Dritto e Rovescio", l'ex governatore ligure Giovanni Toti ha discusso del suo accordo con la Procura di Genova sul caso di corruzione, sostenendo che tale accordo gli ha permesso di ottenere una giustizia più rapida rispetto a processi lunghi 15 anni. Toti ha ribadito la sua innocenza e messo in discussione la mancanza di una legge adeguata sulle lobby in Italia. Riguardo ai finanziamenti dei partiti, ha affermato che pur essendo corretto eliminare i fondi pubblici, l'accettazione di finanziamenti privati mette a rischio gli stessi politici.

Durante un’apparizione al programma televisivo “Dritto e Rovescio”, l’ex governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha discusso del suo accordo con la Procura di Genova relativo al caso di corruzione.

Secondo Toti, l’accordo gli ha permesso di prospettare una giustizia più tangibile rispetto a quella che avrebbe potuto ottenere affrontando processi lunghi circa 15 anni. Egli sostiene di aver preso questa decisione in attesa della sentenza finale del Gup su un accordo di pena di due anni e un mese.

Toti insiste anche sulla sua innocenza, affermando che la Procura ha riconosciuto il suo non coinvolgimento in qualsiasi guadagno personale attraverso l’accordo.

Ha anche sottolineato che le accuse successive contro di lui si sono dimostrate infondate. Nell’intervista con Paolo Del Debbio, l’ex governatore mette in discussione l’assenza di una legge adeguata sulle lobby in Italia.

Riguardo al finanziamento dei partiti, Toti spiega che è giusto aver eliminato i fondi pubblici, considerato il carico economico che pesava sui cittadini. Tuttavia, sottolinea come l’accettazione di finanziamenti privati porti al rischio di arresto, limitando di fatto la politica a coloro che possono permettersi di sostenere i costi personalmente.