Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, è finito ai domiciliari. Nell’inchiesta della Dda di Genova ci sono altri nove indagati, raggiunti da varie misure cautelari.
Toți ai domiciliari, chi sono gli altri indagati: da Aldo Spinelli a Mauro Vianello
Nell’inchiesta della Dda di Genova che ha coinvolto il governatore Giovanni Toti, ci sono altri nove indagati. Si tratta di persone del suo entourage, imprenditori e persone di collegamento con Cosa Nostra. Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. Ha ricevuto la misura restrittiva della custodia cautelare in carcere.
Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, è accusato di corruzione e si trova agli arresti domiciliari. Roberto Spinelli, figlio di Aldo, come lui imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, è accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria e gli è stata applicata la misura del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale. Nei confronti di padre e figlio, il gip ha disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro
Mauro Vianello è un imprenditore che lavora nell’ambito del Porto di Genova. L’uomo è accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini e ha ricevuto il divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.
Francesco Moncada è Consigliere di amministrazione di Esselunga ed è accusato di corruzione in confronti del governatore. Come Spinelli e Vianello, ha ricevuto il divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.
Toți ai domiciliari, chi sono gli altri indagati: da Matteo Cozzani a Venanzio Maurici
Matteo Cozzani, capo di gabinetto del presidente della Regione Liguria e suo braccio destro, è accusato di corruzione elettorale, con l’aggravante mafiosa di aver agito in favore di Cosa Nostra, in particolare a vantaggio del clan Cammarata del mandamento di Riesi, con proiezione nella città di Genova, ed è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione. Si trova ai domiciliari.
I fratelli Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa sono accusati di corruzione elettorale aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra. Nel 2020 avrebbero promesso posti di lavoro per pilotare i voti degli elettori verso la lista Cambiamo con Toti Presidente e verso il candidato Stefano Anzalone.
Venanzio Maurici, ex sindacalista della Cgil in pensione, è accusato di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra. Cgil lo ha sospeso.