Argomenti trattati
La condanna definitiva di Giovanni Castellucci
Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia (Aspi), ha deciso di costituirsi in carcere dopo essere stato condannato in via definitiva a sei anni di reclusione per la strage avvenuta il , quando un autobus precipitò dal viadotto dell’Acqualonga, causando la morte di 40 persone. Questo tragico incidente è stato uno dei più gravi nella storia della viabilità italiana, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture e sulla responsabilità delle aziende coinvolte.
Il contesto della tragedia
Il bus, che trasportava turisti, è caduto da un’altezza considerevole, scatenando un’ondata di indignazione e richieste di giustizia da parte delle famiglie delle vittime. La Procura Generale di Napoli ha emesso l’ordine di carcerazione, confermando le notizie diffuse dal legale di Castellucci, Filippo Donacci, riguardo alla sua intenzione di costituirsi. La decisione di Castellucci di affrontare la giustizia è stata accolta con un misto di sorpresa e comprensione, considerando il peso della condanna e le implicazioni legali che ne derivano.
Le dichiarazioni del proprietario del bus
Gennaro Lametta, proprietario del bus coinvolto nell’incidente, ha anch’egli annunciato la sua volontà di costituirsi, ribadendo però la sua innocenza. Lametta ha dichiarato: “Mi vado a costituire in carcere dove per questa vicenda entro per la seconda volta da innocente”. La sua posizione è sostenuta da una difesa che punta a dimostrare come la responsabilità dell’incidente sia da attribuire a una lunga serie di negligenze nella manutenzione delle infrastrutture, piuttosto che a un errore diretto da parte sua o dei suoi collaboratori.
Le reazioni alla sentenza
La sentenza della Cassazione, che ha confermato la condanna di Castellucci, è stata definita “incomprensibile” dai suoi legali, i quali sostengono che l’ex ad abbia sempre operato nel rispetto delle normative e delle procedure di sicurezza. La difesa ha presentato prove che, secondo loro, dimostrerebbero l’estraneità di Castellucci ai fatti contestati. Tuttavia, i giudici hanno respinto le richieste di revisione della condanna, mantenendo fermo il principio di responsabilità in un contesto di gestione delle infrastrutture pubbliche.