L’Italia prevede di rivedere le rendite catastali per chi ha ristrutturato la propria abitazione usufruendo di incentivi fiscali. Questa proposta è una delle riforme incluse nel Piano Strutturale di Bilancio che verrà presentato all’Unione Europea. Durante la sua esposizione in Parlamento, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, menziona questo tema inaspettatamente, dato che il catasto è un argomento delicato per il centrodestra. Questo contesto offre l’opportunità di ribadire l’approccio realistico e cauto nei confronti delle finanze pubbliche, confermando anche le previsioni avanzate dalla Banca d’Italia e dall’Upb: a causa della revisione dell’Istat, risulta improbabile che il Pil raggiunga quest’anno una crescita dell’1%. L’intervento non si concentrerà tanto sull’introduzione di nuove imposte, quanto su “riduzioni significative”, escludendo tuttavia il settore sanitario. Giorgetti, nel lungo elenco di riforme da presentare all’Europa per estendere da 4 a 7 anni il periodo di aggiustamento, accenna alla necessità di “aggiornare gli archivi catastali”, in riferimento agli immobili inesistenti e ai “valori rivisti” per quelli riqualificati con fondi pubblici. Rispondendo alle preoccupazioni espresse da Antonio Misiani riguardo a una notizia “sconvolgente”, il ministro precisa: “Non intendiamo effettuare un aggiornamento ai valori di mercato richiesto dalla Commissione, ma vogliamo chiarire un aspetto della precedente legge di bilancio che obbliga coloro che eseguono ristrutturazioni a mantenere aggiornati i dati catastali. Andremo a controllare che ciò sia realmente avvenuto.”
Con la conclusione delle audizioni riguardanti il Psb, che domani verrà esaminato dall’Aula di Camera e Senato, il ministro presenta il suo Piano come un progetto “ambizioso ma al contempo realista”, presentato in un periodo caratterizzato da conflitti che creano crescente “incertezza”. Le priorità di Giorgetti sono “stabilità della finanza pubblica” e “prudenza”. Ha elaborato un piano che mira a ridurre il carico del debito pubblico, considerato una “necessità imprescindibile”. Inoltre, il piano di aggiustamento consentirà all’Italia di uscire dalla procedura per deficit eccessivo entro il 2027. Per quanto riguarda le prospettive di crescita del 2024, le preoccupazioni della Banca d’Italia e dell’Upb trovano conferma da parte del ministro. La recente rielaborazione delle stime di Istat ha portato a una “correzione meccanica verso il basso” della crescita prevista per il 2024, il che, spiega, rende più difficile centrare un aumento annuale del Pil reale dell’1% per quest’anno. Tuttavia, gli obiettivi per il 2025 e 2026 sono stati confermati. Giorgetti ritorna anche sul tema dei “sacrifici” discussi in una recente intervista, che hanno provocato reazioni nei mercati. “Le Borse sono scese, ma è un fenomeno esteso a tutta Europa”, sottolinea e cerca di rassicurare riguardo ai timori di nuove imposizioni fiscali: “Piuttosto che aumentare le tasse, ci concentreremo su una riduzione delle spese, eccetto che per la sanità, dove intendiamo mantenere la percentuale sul Pil”. Sulle accise, inoltre, cerca di placare le preoccupazioni, annunciando che le nuove misure saranno “graduali”, con l’intento di prevenire “contraccolpi” per i vari settori, che già mostrano segni di agitazione.
Giorgetti sta progettando una nuova manovra che sarà presentata nelle settimane a venire, utilizzando fondi derivanti da spazi in deficit e misure specifiche. Prevederà conferme del taglio del cuneo fiscale e introduzione di tre aliquote per l’Irpef, oltre a provvedimenti a sostegno della natalità e delle famiglie numerose, riguardando anche i contratti della pubblica amministrazione e il settore sanitario. Sarà affrontato anche il tema del taglio contributivo sulle pensioni, preoccupazione espressa da Bankitalia. Tuttavia, la strategia del ministro suscita scetticismo tra le opposizioni: il Partito Democratico la definisce debole e velleitaria, mentre il Movimento 5 Stelle percepisce il “nervosismo” del ministro, usando nuovamente la metafora di Battisti, descrivendolo come “una navigazione al buio”. Al contrario, Avs etichetta il piano come “austeritario”. Su una nota più ottimistica, l’andamento delle entrate fiscali potrebbe rappresentare un’opportunità per nuove disponibilità nella manovra, dato che nei primi otto mesi l’incasso statale ha superato i 380 miliardi, con un incremento di 23,341 miliardi (+6,5%). Al contrario, le aspettative delle imprese riguardo alla situazione economica stanno peggiorando: la Banca d’Italia segnala un atteggiamento prudente nel terzo trimestre, con opinioni in deterioramento sulla domanda e previsioni future non particolarmente favorevoli.