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Ghali canta “Bayna” in arabo e “Italiano vero” nella serata delle cover al Festival, ma tra le polemiche si legge: «La sua esibizione è un manifesto politico».
Ghali e il forte messaggio nella serata cover
L’esibizione del cantante Ghali era uno dei momenti più attesi della quarta serata. Figlio di genitori tunisini, Ghali è nato a Milano nel 1993, nei suoi brani ha sempre inserito e ha messo in risalto la volontà di abbattere le barriere culturali e i confini geografici.
Ghali e le polemiche dopo l’esibizione
Ghali nel 2020, ospite del Festival, aveva annunciato di voler tornare all’Ariston e di cantare in arabo, ed è proprio quello che è successo ieri sera.
Il cantante, arrivato sul palco dell’Ariston, ha salutato il pubblico sia in italiano che in arabo e ha iniziato la sua esibizione citando alcuni versi, sempre in arabo, di “Bayna”, il brano di apertura dell’album del rapper italo-tunisino, Sensazione Ultra, pezzo che ha ispirato il nome della rescue boat donata dall’artista a Mediterranea Saving Humans. Questo brano ha fatto incendiare le polemiche e molti lo hanno definito: «Uno spot pro ius soli».
Ghali e il messaggio dopo l’esibizione della serata cover
Dopo l’esibizione il cantante è apparso sui social e con un post ha affermato:
«”L’Italiano” di Toto Cotugno è l’unica canzone italiana che mia madre cantava quando ero bambino ed è l’ultimo ricordo che ho dei miei genitori insieme. “Bayna” mi ha permesso di mantenere la promessa di cantare in arabo sul palco di Sanremo. Grazie a Bayna e a Mediterranea abbiamo salvato delle vite nel nostro mare. “Cara Italia” ha portato un arabo in tutte le case degli italiani».