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Gestiva il clan Lo Russo dal carcere via WhatsApp: al via le perquisizioni

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Oscar Pecorelli ha continuato a comandare il gruppo criminale nonostante sia detenuto dal 2010.

Il boss dei Lo Russo, Oscar Pecorelli, ha continuato a comandare il gruppo criminale dal carcere tramite chat. Nonostante l’uomo sia detenuto dal 2010, con quattro ergastoli da scontare, il boss non aveva mai interrotto i suoi contanti sul territorio.

Gestiva il clan Lo Russo dal carcere tramite chat: scattano le perquisizioni

Oscar Pecorelli, 45 anni, anche dal carcere ha continuato a comandare il clan Lo Russo tramite WhatsApp. Aiutato da moglie e figlio, non ha mai smesso di gestire usura ed estorsioni e a reinvestire i capitali illeciti in imprese intestate a prestanomi. Ciò è emerso dalla indagini della Guardia di Finanza di Napoli e dal nucleo investigativo centrale di Roma della Polizia Penitenziaria, in collaborazione con il servizio centrale investigazione Criminalità Organizzata. Sono scattate le perquisizioni nelle province di Napoli e Caserta e in altre località del territorio nazionale.

Misure cautelari per moglie e figlio di Oscar Pecorelli

A seguito delle indagini la Guardia di Finanza ha eseguito un’ordinanza applicativa delle misure cautelari personali emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. I destinatari del provvedimento (con destinazione la prigione) sono Oscar Pecorelli e la moglie Mariangela Carrozza. Mentre per il figlio 19enne Rosario sono stati disposti i domiciliari. I reati contestati sono di associazione armata di stampo mafioso, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, estorsioni e usura aggravate dal metodo mafioso, frode fiscale e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.