Germania, due bambine ghanesi aggredite da 20 uomini: ferito anche il padre

Due bambine ghanesi di otto e dieci anni sono state aggredite da un gruppo di 20 adolescenti

Nella tarda serata di venerdì, una bambina ghanese di otto anni e sua sorella di dieci sono state circondate da un branco di circa 20 ragazzi nello stato del Meclemburgo-Pomerania occidentale, in Germania.

Germania, due bambine ghanesi aggredite da 20 uomini

I funzionari tedeschi hanno condannato l’aggressione, avvenuta nella città di Grevesmühlen, come riportato dal quotidiano Die Welt. La polizia ha dichiarato che gli aggressori hanno preso a calci in faccia la bambina più giovane e successivamente si sono scagliati contro i genitori, che hanno cercato di difenderla. Secondo le prime ricostruzioni, uno degli aggressori avrebbe continuato a rivolgere insulti razzisti alle vittime anche dopo l’arrivo degli agenti sulla scena.

La bambina di 8 anni e suo padre hanno riportato lievi ferite e sono stati ricoverati in ospedale.

Indagano gli inquirenti

La polizia sta indagando per violazione della libertà, lesioni personali gravi, incitamento all’odio e abuso verbale. Il sindaco di Grevesmühlen, Lars Prahler, ha dichiarato alla radio pubblica tedesca NDR 1 Radio MV di essere scioccato dall’accaduto. “Questo reato a sfondo razziale mi lascia semplicemente sbalordito. Mostra un odio senza fondo e una disumanità disinibita e non può essere scusato” ha affermato il primo cittadino, aggiungendo che il fatto che alcuni dei sospetti siano adolescenti non giustifica il loro comportamento.

La condanna delle istituzioni

La premier Manuela Schwesig ha condannato l’attacco in un post X: “La bambina ferita ha 8 anni, come mia figlia. Non dobbiamo permettere che l’odio e i discorsi di odio avvelenino la nostra società e che la violenza minacci i nostri figli“. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli Interni, Christian Pegel, il quale ha dichiarato: “Non si aggrediscono le persone, soprattutto i bambini, e certamente non per motivi razzisti“.

Jana Michael, commissario per l’integrazione del Meclemburgo-Pomerania occidentale, ha infine esortato i membri del branco a fare i nomi dei responsabili: “Ogni testimone che tace è complice e impedisce le indagini su questa disgustosa violenza contro i bambini“.