In Germania, l’Afd sembra voler sancire un cambiamento radicale, puntando a portare Berlino fuori dall’Europa. Il partito sta infatti subendo una spinta verso destra, alimentata da figure come Bjoern Hoecke: ”L’isolamento finirà anche per noi“, ha dichiarato Hoecke. Rimane acceso il confronto interno tra Hoecke e la leader “moderata” Alice Weidel. Secondo alcuni osservatori, Hoecke avrebbe perso terreno, in particolare a seguito della mozione che riporta sotto l’ala del partito l’organizzazione giovanile “Junge Alternative”, etichettata dai servizi come “di estrema destra”. Tuttavia, si capisce che nei contenuti Weidel si sia avvicinata a posizioni più radicali, concedendo spazio all’ala “volkisch” guidata da Hoecke.
Le influenze esterne e l’ascesa di Kickl
Hoecke è convinto che l’ascesa di figure come il possibile cancelliere austriaco Herbert Kickl, possa avere effetti rilevanti anche in Germania. Intercettato da Repubblica, Hoecke accetta di rispondere ad alcune domande. Gli viene chiesto quanto reggerà ancora il cordone sanitario verso il suo partito, e quanto pesa il sostegno di Elon Musk e la nomina in Austria a cancelliere di un vecchio alleato dell’Afd come Herbert Kickl. La sua risposta: “Io penso che il cordone sanitario cadrà. E penso che la pressione verrà soprattutto dall’Austria. Se Kickl sarà cancelliere, avrà enormi effetti sulla Germania. Anche per la sua intransigenza: Kickl ha detto che non scenderà a compromessi con i conservatori. Quanto a Trump: farà una politica molto concentrata sui suoi interessi e penso che non si immischierà più di tanto nella politica tedesca”.
Il veto della CDU
Eppure, il leader della Cdu Friedrich Merz avrebbe già ribadito che mai si alleerà con l’Afd, replica Repubblica. Al che, Hoecke scuote la testa e risponde: “Il suo futuro da capo della Cdu dipenderà da quello. Sono convinto che alla lunga non potrà reggere, se non farà cadere il veto verso di noi”. Alla domanda se la pensa come Weidel, che nell’intervista a Elon Musk avrebbe dichiarato che “Hitler era un comunista”, questa la sua reazione: “Non mi esprimerò su Hitler. Quando voi giornalisti mi chiedete di Hitler non lo fate per sapere la mia opinione, ma solo per vedere se faccio un errore e saltarci sopra”. Hoecke, ex insegnante di storia che aveva definito il monumento alla Shoah una “vergogna” e che anni fa aveva chiesto ha chiesto una ”svolta di 180 gradi nella rielaborazione storica”, con chiaro ammiccamento al nazismo, preferisce non commentare e se ne va.