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Un avvio tumultuoso per il nuovo anno
Il mese di gennaio 2025 si presenta già carico di tensioni e mobilitazioni in Italia, con il primo venerdì nero che si preannuncia ricco di disagi per i cittadini. Dopo un 2024 caratterizzato da un numero record di scioperi, il 10 gennaio segnerà l’inizio di una serie di proteste che coinvolgeranno diversi settori, tra cui il trasporto aereo, quello pubblico locale, le ferrovie e il settore scolastico. Le ragioni di queste mobilitazioni sono principalmente legate ai rinnovi contrattuali e alle condizioni di lavoro, che continuano a essere al centro delle rivendicazioni sindacali.
Le mobilitazioni nel settore dei trasporti
Le proteste inizieranno già mercoledì, con difficoltà previste per i collegamenti marittimi verso le isole minori siciliane, a causa di uno sciopero proclamato dall’Ugl. Giovedì sera, dalle 21 per 24 ore, i lavoratori del Cub trasporti di Rfi, addetti alla manutenzione ferroviaria, si fermeranno, creando ulteriori disagi in un momento in cui le ferrovie sono già sotto pressione per lavori intensivi su molte tratte. Venerdì, il caos si estenderà anche agli aeroporti di Milano, Venezia e Pisa, dove i lavoratori dei sindacati Cub, Flai Ts e Filcams Cgil incroceranno le braccia, rendendo complicati gli spostamenti aerei.
Disagi nei servizi pubblici e nelle scuole
Il trasporto pubblico locale non sarà esente da problemi: i lavoratori aderenti al sindacato Confail Fasa si fermeranno per quattro ore, contestando l’intesa per il rinnovo contrattuale raggiunta poco prima di Natale. Anche il settore scolastico potrebbe subire ripercussioni, con i dipendenti della Confederazione Sindacale Lavoratori Europei Autonomi che avanzano richieste salariali e di competenze. Inoltre, gli avvocati delle Camere penali a Salerno e Nocera Inferiore si fermeranno per un’intera settimana, aggiungendo ulteriore pressione al sistema giudiziario.
Un mese di conflittualità in aumento
Gennaio si preannuncia quindi come un mese di alta conflittualità, con oltre 50 scioperi già proclamati a livello territoriale, secondo quanto riportato sul sito della Commissione di garanzia. Il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha sottolineato che circa 6 milioni di lavoratori hanno contratti scaduti, evidenziando la necessità di rinnovare le trattative, in particolare nel settore metalmeccanico, dove le discussioni si sono interrotte. Le proteste programmate per il 13, 14 e 15 gennaio potrebbero rappresentare solo l’inizio di un periodo di instabilità sociale e lavorativa in Italia.