Gaza, Usa: "Hamas è unico ostacolo per il cessate il fuoco"

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che Hamas è il principale ostacolo al raggiungimento di un cessate il fuoco a Gaza

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha affermato che l’unico ostacolo che si frappone tra la popolazione di Gaza e il raggiungimento di un accordo per il cessate il fuoco è Hamas.

Blinken: “Hamas unico ostacolo per il cessate il fuoco a Gaza”

Le dichiarazioni di Blinken si collocano in momento particolarmente delicato. Da una parte il gruppo terroristico si sta preparando ad inviare la propria delegazione al Cairo per i colloqui di pace. Dall’altra il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha giurato di continuare l’assalto a Rafah, a prescindere dagli esiti dei negoziati. Il Segretario di Stato americano ha inoltre sottolineato la difficoltà di negoziare con Hamas: “I leader di Hamas con cui siamo indirettamente impegnati vivono ovviamente fuori da Gaza“.

Gli Usa mettono in guardia Israele

Blinken ha parlato in occasione di una cena del McCain Institute’s Sedona Forum in Arizona, a pochi giorni dall’incontro con Netanyahu. Washington ha ripetutamente messo in guardia Israele sulle conseguenze di un attacco a Rafah, ribadendo il proprio biasimo. A tal proposito il Segretario di Stato ha sottolineato che Tel Aviv, che conta sul sostegno militare e diplomatico degli Stati Uniti, non ha ancora presentato “un piano credibile per proteggere realmente i civili che sono in pericolo“.

In assenza di un piano di questo tipo” ha concluso Blinken “non possiamo sostenere una grande operazione militare a Rafah, perché il danno che ne deriverebbe va oltre il limite dell’accettabile“.

L’appello dell’OMS

Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha lanciato un monito sugli effetti che un’operazione militare nella città meridionale di Rafah potrebbe avere sugli oltre 1,5 milioni di palestinesi sfollati. In una dichiarazione l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha parlato di “bagno di sangue“, in quanto un attacco israeliano compromettere una situazione sanitaria quasi al collasso.

Gli stessi piani di emergenza non sarebbero in grado di sopperire alla mancanza di ospedali funzionanti, per far fronte alle migliaia di vittime che si troverebbero coinvolte.