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Gaza, tre soldati israeliani morti nel sud della Striscia: il bilancio delle vittime

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L'esercito israeliano ha dichiarato che tre soldati sono morti in un combattimento nel sud di Gaza

Tre militari dell’IDF hanno perso la vita durante un combattimento nel sud della Striscia di Gaza, mentre imperversava l’offensiva a Rafah.

Tre soldati israeliani morti nel sud della Striscia di Gaza

A diffondere la notizia della morte è stato lo stesso esercito, che però non ha fornito ulteriori dettagli. L’emittente pubblica israeliana Kan ha riferito che i tre uomini sono stati feriti da un ordigno esplosivo fatto detonare in un edificio a Rafah. L’IDF ha continuato il suo attacco sulla città, sfidando apertamente l’ordine della Corte internazionale di giustizia. “I combattimenti a Gaza continueranno per almeno altri sette mesi” ha affermato il consigliere per la sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, in un’intervista riportata dal Jerusalem Post

Il bilancio delle vittime

Secondo le stime ufficiali fornite dal ministero della Salute di Gaza, dall’inizio della guerra contro Hamas sono morte 36.171 persone, mentre 81.420 sono rimaste ferite. Intanto l’offensiva israeliana su Rafah ha generato una comune indignazione dopo che domenica un attacco aereo ha scatenato un incendio in una tendopoli, uccidendo almeno 45 persone, molte delle quali donne e bambini. Da parte sua Tel Aviv ha dichiarato di aver preso di mira due alti esponenti del gruppo terroristico e di non aver voluto causare vittime tra i civili. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha spiegato che “qualcosa purtroppo è andato tragicamente storto“. Washington, il più stretto alleato di Israele, ha ribadito la sua ferma opposizione ad un’offensiva di terra su larga scala.

Spagna, Norvegia e Irlanda riconoscono lo Stato di Palestina

Spagna, Irlanda e Norvegia hanno approvato il riconoscimento formale dello Stato palestinese. In particolare Madrid e Dublino stanno spingendo affinché l’UE prenda severe misure contro Israele, soprattutto alla luce dei suoi continui attacchi alla città di Rafah. Giovedì la Slovenia, membro dell’Unione Europea, deciderà se seguire la stessa strada, trasmettendo la sua decisione al Parlamento per l’approvazione finale.