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Domenica Israele ha fatto sapere che non avrebbe inviato una delegazione al Cairo per continuare i colloqui su un possibile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
Tregua tra Israele e Hamas ancora lontana
La spiegazione fornita da Tel Aviv riguarderebbe il fatto che Hamas non ha risposto a due richieste israeliane, come riporta il Times of Israel. La prima di fornire una lista di ostaggi, specificando quali sono ancora vivi e quali invece sono deceduti e la seconda di confermare la percentuale di prigionieri palestinesi che dovrebbero essere rilasciati dalle carceri israeliane. La decisione di non inviare i rappresentanti israeliani è stata presa dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu in coordinamento con il direttore del Mossad David Barnea, che è stato uno dei principali negoziatori.
Gli Stati Uniti consegnano gli aiuti con paracaduti
Washington ha avviato i lanci di aiuti umanitari a Gaza. Tre aerei cargo dell’Air Force hanno sganciato circa 38mila pasti pronti, in un’operazione congiunta con la Jordanian Air Force, ha spiegato sabato il Comando Centrale degli Stati Uniti in un comunicato. I lanci contribuiscono “agli sforzi in corso del governo statunitense per fornire assistenza umanitaria salvavita alla popolazione di Gaza” si legge nella nota. L’operazione dovrebbe essere la prima di una campagna più ampia di lanci aerei, mentre si studiano altre strade per portare più aiuti possibili, anche via mare.
Paura per i bambini
Il numero di bambini morti per disidratazione e malnutrizione nel nord di Gaza è salito a 15, ha dichiarato domenica il Ministero della Sanità palestinese. I medici dell’ospedale Kamal Adwan hanno raccontato in un comunicato di temere per diversi pazienti che soffrono di “malnutrizione e diarrea in terapia intensiva a causa dell’interruzione del generatore elettrico e dell’ossigeno“. A tal proposito l’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia ha invocato un’azione urgente, chiedendo “molteplici punti di ingresso affidabili” per consentire l’invio di aiuti.