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A seguito del fallimento dei precedenti colloqui in Qatar, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha autorizzato la presenza della delegazione israeliana nella capitale egiziana.
Riprendono i negoziati tra Israele e Hamas
La TV egiziana Al Qahera News ha reso noto che le delegazioni si sarebbero incontrate domenica al Cairo, nell’ultimo tentativo di ottenere una pausa dopo quasi sei mesi di guerra nella Striscia di Gaza. Un funzionario di Hamas, tuttavia, ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters che il gruppo aspetterà di conoscere l’esito dei colloqui con Israele. L’accordo sul cessate il fuoco sembra ancora lontano, considerando che entrambe le fazioni non hanno dato segnali di apertura.
Il gruppo armato punta sulla liberazione dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri di Tel Aviv e sul ritiro completo delle truppe israeliane dall’enclave. Di contro Israele ha richiesto la liberazione di tutti gli ostaggi ancora detenuti dai terroristi.
Scoppiano le proteste contro Netanyahu
La ripresa dei negoziati indiretti arriva mentre nella capitale israeliana sono scoppiate altre proteste contro il primo ministro. Molte persone, infatti, ritengono che Netanyahu sia il principale ostacolo alla firma di un accordo con Hamas e al ritorno a casa dei prigionieri detenuti a Gaza.
Negli ultimi giorni sono state organizzate diverse manifestazioni nei pressi della residenza del leader.
La richiesta di un cessate il fuoco immediato
Francia, Egitto e Giordania hanno invocato un “cessate il fuoco immediato e permanente” a Gaza, nonché il rilascio di tutti gli ostaggi. Durante una conferenza stampa congiunta al Cairo, il ministro degli Esteri francese Stephane Sejourne ha annunciato che il suo governo presenterà una bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con una proposta “politica” sulla guerra.
Il testo includerà “tutti i criteri per una soluzione a due Stati” del conflitto, il progetto di pace a lungo sostenuto dalla comunità internazionale ma osteggiato dal governo di Tel Aviv.