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Un funzionario di Hamas ha dichiarato che il gruppo si sta ritirando dai colloqui di tregua, a seguito del violento raid israeliano contro il campo profughi Al-Mawasi.
Hamas si ritira dai negoziati dopo gli attacchi a Gaza
Gli obiettivi dichiarati di Tel Aviv erano Mohammed Deif, il capo delle Brigate Al-Qassam, e Rafa Salama, capo militare. “Il comandante Mohammed Deif sta bene e supervisiona direttamente le operazioni dell’ala militare di Hamas” ha confermato il gruppo armato all’AFP. Deif è stato per decenni tra gli uomini più ricercati di Israele ed è accusato dalle autorità israeliane dell’uccisione di numerosi civili e soldati. Ci sono stati almeno sei precedenti tentativi di ucciderlo.
92 persone morte nel raid israeliano
Il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, gestito dai terroristi, ha dichiarato che l’attacco al campo profughi di sabato ha ucciso 92 persone, tra cui molte donne e bambini, e ne ha ferite oltre 300. Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, ha comunicato ai mediatori internazionali la “decisione di interrompere i negoziati a causa della mancanza di serietà dell’occupazione, della continua politica di procrastinazione e ostruzione e dei continui massacri contro civili disarmati“. I colloqui gestiti dal Qatar e dall’Egitto, con il sostegno degli Stati Uniti, hanno cercato per mesi di fermare la guerra nella Striscia di Gaza, senza però portare i risultati sperati.
L’appello delle Nazioni Unite
Il campo profughi Al-Mawasi a maggio era stato dichiarato zona umanitaria sicura dall’esercito israeliano. Tuttavia, Philippe Lazzarini, capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), ha ha scritto su X che l’affermazione secondo cui le persone a Gaza possono trasferirsi in zone “sicure o umanitarie, è falsa“. L’IDF aveva invece affermato che “l’area colpita è una zona aperta, circondata da alberi, diversi edifici e capannoni“, spiegando che non si trattasse di un complesso di tende, ma di un “compound operativo“.