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Luigi Di Maio, inviato dell’Ue per il Golfo Persico, è stato ospite alla trasmissione di La7 Tagadà. Intervistato nel programma di Tiziana Panella ha espresso la propria posizione in merito al conflitto tra Israele e Hamas.
Di Maio su Gaza: “Hamas non può governare”
“È iniziato un procedimento, ma ora bisogna aspettare la sentenza” ha dichiarato l’ex ministro degli Esteri “di certo ci si aspettava dei provvedimenti immediati, che non sono arrivati, e questo significa che ci sarà un processo. La politica internazionale però deve fare il proprio lavoro” ha commentato, facendo riferimento all’ordinanza emessa dalla Corte di giustizia internazionale sul ricorso presentato dal Sudafrica contro Israele. “Da una parte c’è la preoccupazione per gli ostaggi che è massima, e dall’altra per l’aiuto umanitario a Gaza e la protezione dei civili” ha aggiunto “Quello che dobbiamo fare è sostenere gli sforzi di mediazione per arrivare ad un cessate il fuoco che dia le giuste garanzie ad Israele sul rilascio degli ostaggi e sul fatto che Hamas non torni a governare Gaza“.
La sentenza della Corte dell’Aja
Il collegio di 17 giudici della Corte internazionale di giustizia ha emesso una sentenza preliminare ordinando ad Israele di “prendere tutte le misure in suo potere” per prevenire atti che potrebbero ricadere nella Convenzione sul genocidio. Tel Aviv, Sudafrica e palestinesi hanno accolto con favore la decisione, anche se nessuno ha ottenuto ciò che chiedeva. La sentenza ha infatti respinto la richiesta di Israele di annullare il caso, ma non ha nemmeno imposto un cessate il fuoco, come richiesto da Pretoria.
Continua l’offensiva su Gaza
Secondo quanto riportato dal ministero della Sanità di Gaza, l’assedio israeliano agli ospedali di Khan Younis, nella zona meridionale della Striscia, è proseguito per il quinto giorno. L’IDF, invece, ha affermato che i militanti di Hamas stavano operando all’interno delle strutture sanitarie. Dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre scorso, il bilancio delle vittime è salito ad almeno 26.083 persone, mentre circa 64mila sono rimaste ferite negli attacchi.