Garlasco. Un nome che torna, ogni volta, come un’eco mai sopita. E non importa quanto tempo sia passato. Il delitto di Chiara Poggi, nel 2007, continua a far parlare. Soprattutto adesso, con due uomini al centro di una doppia scena giudiziaria. Alberto Stasi da una parte, condannato in via definitiva a 16 anni. Andrea Sempio dall’altra, amico del fratello della vittima, di nuovo indagato. Otto anni dopo l’archiviazione. Di nuovo lì, nel mezzo di un giallo che non smette di mordere.
Garlasco, semilibertà a rischio per Stasi: spunta l’intervista non autorizzata
Milano. Il Tribunale di Sorveglianza si trova davanti a una decisione delicata: concedere o meno la semilibertà a Stasi. Lui, oggi 41enne, lavora fuori dal carcere. Contabile. Vita “normale”, almeno per alcune ore al giorno. Ma quell’intervista a “Le Iene”, trasmessa il 30 marzo, ha sollevato un problema. Non era autorizzata. Non doveva farla. Secondo la procura generale, mancava il permesso della direzione carceraria. E allora la richiesta di semilibertà, per ora, è solo “parzialmente” accolta.
Dietro le quinte, però, il clima è teso. Perché Stasi non ha mai smesso di dirsi innocente. E ora che le indagini del caso di Garlasco su Andrea Sempio sono ripartite, il quadro si complica. L’udienza è durata una manciata di minuti. Mezz’ora scarsa. E il legale di Stasi insiste: il percorso in carcere è stato positivo, gli educatori confermano. La semilibertà, a suo avviso, è legittima. Ravvedimento? Non serve. Non per questa misura. Basta che il condannato si comporti bene. E lui – dicono – lo sta facendo.
Caso Garlasco, Sempio nuovo indagato: la procura riapre il fascicolo sul DNA
Pavia. Stesso caso, altro volto. Andrea Sempio. Nome già comparso nelle cronache del 2015. Poi sparito. Ora di nuovo sotto i riflettori. La procura riapre il fascicolo. Motivo? Una traccia di DNA trovata sotto le unghie di Chiara Poggi. Compatibile? Forse. Ma non decisiva. Almeno per ora.
Nel frattempo, fuori dal tribunale, una folla. Tanti. Troppi. Giornalisti, cameraman, curiosi. Tutti lì per l’incidente probatorio. Un’udienza che dovrà stabilire se quel frammento genetico può cambiare qualcosa. Oppure no. Il giudice si è riservato. Niente decisioni immediate. Intanto, la difesa di Sempio si oppone alla presenza di due consulenti. Giardina e Garofano. Troppo esposti, dice. Troppo coinvolti.
E Sempio? Non c’era in aula. Ma fa sapere di essere sereno. “Non possono inventarsi nulla”, dice la sua avvocata. Ma il clima è teso. L’attenzione mediatica alle stelle. Il caso Garlasco è ancora qui. Vivo. E sembra non voler sparire.