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Un furto audace in un contesto delicato
Questa mattina, l’appartamento di Pierina Paganelli, la donna tragicamente uccisa lo scorso anno in via del Ciclamino a Rimini, è stato teatro di un furto audace. I sigilli della Procura, che indicano il sequestro dell’immobile per l’indagine sull’omicidio, sono stati trovati strappati. Giuliano Saponi, il figlio maggiore di Pierina, ha dato l’allarme dopo aver notato la violazione, avvisando immediatamente i suoi avvocati e le autorità competenti.
La reazione delle forze dell’ordine
La squadra mobile, guidata dal dirigente Marco Masia, è intervenuta prontamente sul posto. Gli agenti hanno trovato l’appartamento in uno stato di completo disordine, con la cassaforte smurata dalla parete della camera da letto. Secondo le prime indagini, i ladri avrebbero agito in almeno due, probabilmente ignari di trovarsi in un luogo così delicato, legato a un omicidio ancora irrisolto. La cassaforte, ritrovata successivamente aperta in un campo, conteneva solo documenti personali e non oggetti di valore, come inizialmente ipotizzato.
Un gesto che offende la memoria
Il furto ha suscitato indignazione e sconcerto, non solo per la violazione della proprietà privata, ma anche per il contesto in cui è avvenuto. Lo Studio Legale Barzan ha espresso solidarietà alla famiglia Saponi, definendo l’atto “un’ulteriore offesa al ricordo della defunta”. La comunità locale è scossa da questo gesto, che sembra voler calpestare la memoria di una persona già vittima di un crimine violento. Le autorità escludono che l’intrusione possa essere collegata all’indagine sull’omicidio, ma la coincidenza rimane inquietante.