La mostra “Come un oro caldo e fluido.
Gli ori di Umberto Mastroianni“, obbiettivo del colpo milionario, era stata inaugurata il 30 dicembre scorso.
Furto al Vittoriale degli italiani
Il furto è avvenuto nella notte tra martedì 5 e mercoledì 6 marzo al museo del Vittoriale di Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del Lago di Garda. L’esposizione, aperta fino all’8 marzo, era dedicata a quello che è considerato uno dei principali scultori del Novecento italiano: Umberto Mastroianni, figlio di Vincenzo Mastroianni e della seconda moglie Luigia Maria Vincenza Conte.
La collezione comprendeva 49 opere quali gioielli, spille, lastre e sculture che erano state create dall’artista frusinate utilizzando la tecnica della fusione a cera persa.
Le indagini
Quando i funzionari del museo sono entrati nell’area museale “D’Annunzio Segreto”, in cui era adibita la mostra si sono trovati davanti le teche completamente vuote. Gli artefici del colpo hanno trafugato tutte le opere che erano esposte. Il caso è stato affidato ai carabinieri di Brescia, di Salò e ai miliari del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Monza.
La polizia Locale è al momento al lavoro per cercare di recuperare le registrazioni degli impianti di videosorveglianza. Come riportato dall’Ansa, il valore degli oggetti rubati si aggirerebbe intorno al milione di euro.
Le reazioni della giunta regionale
Sul furto è intervenuto il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana: “Alla vigilia della nuova stagione di eventi del Vittoriale che, dopo una serie di importanti interventi destinati a migliorarne la fruibilità, da sabato apre la sua nuova stagione, la notizia del furto desta grande amarezza e ci lascia la sensazione di un luogo d’arte e cultura profanato da persone che non ne hanno alcun rispetto“.
Anche l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso, si è unita alla condanna unanime: “Quello avvenuto oggi al Vittoriale degli Italiani è un fatto gravissimo. Esprimo la mia più totale vicinanza e solidarietà al direttore Giordano Bruno Guerri, che ho già sentito telefonicamente. È un gesto vile che va a colpire uno dei fiori all’occhiello della cultura lombarda. Auspico che le opere vengano ritrovate al più presto e che i responsabili siano assicurati alla giustizia“.