Un’odissea di furti e rapine
Ciro Taranto, benzinaio di Venaria, alle porte di Torino, ha vissuto un vero e proprio incubo negli ultimi vent’anni. “Con questo sono 36 colpi in 20 anni” è l’esclamazione sconsolata di un uomo che ha visto la sua vita professionale trasformarsi in una battaglia continua contro la criminalità. Ogni furto ha lasciato un segno profondo, non solo sul suo lavoro, ma anche sulla sua psiche. L’ultimo assalto, avvenuto solo pochi giorni fa, ha visto un grande furgone sfondare le vetrine della sua stazione di servizio per ben due volte in retromarcia.
Un evento che ha riacceso in lui la frustrazione e la paura di un futuro incerto.
La trasformazione in una fortezza
Nel corso degli anni, Ciro ha dovuto adattarsi a una realtà sempre più difficile. La sua stazione di servizio, un tempo un luogo di incontro e di servizio, è diventata una vera e propria fortezza. Le misure di sicurezza sono state potenziate: telecamere, allarmi e persino grate alle finestre sono diventati elementi indispensabili per proteggere il suo lavoro.
Ogni furto ha portato via non solo beni materiali come sigarette, Gratta e vinci, soldi, cibo, vini e liquori, ma anche la serenità di un uomo che desiderava solo gestire la sua attività in pace.
Un grido di aiuto
La storia di Ciro non è un caso isolato. In molte zone d’Italia, i benzinai e i piccoli commercianti si trovano a fronteggiare una criminalità sempre più aggressiva. La paura di essere derubati è diventata parte della loro vita quotidiana.
Ciro, come molti altri, si sente abbandonato dalle istituzioni, che sembrano non dare la giusta attenzione a questi problemi. “Siamo lasciati soli a combattere contro i ladri e la nostra stessa paura”, afferma con un tono di rassegnazione. La sua testimonianza è un appello a una maggiore sicurezza e a un intervento più deciso da parte delle autorità competenti.