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Funerali Eleonora Giorgi: il commovente saluto dei figli Paolo Ciavarro e Andrea Rizzoli

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Molti colleghi hanno preso parte ai funerali di Eleonora Giorgi. In prima fila i figli, Paolo e Andrea Rizzoli, con le rispettive mogli.

Eleonora Giorgi, morta a 71 anni per un tumore al pancreas, è stata commemorata nella Chiesa degli Artisti a Roma. Alla cerimonia, prevista per le 16 di oggi, mercoledì 5 marzo, erano presenti la sua famiglia con i figli Andrea Rizzoli e Paolo Ciavarro, e numerosi amici e colleghi.

Funerali Eleonora Giorgi: le parole dei figli Paolo Ciavarro e Andrea Rizzoli

In accordo con le volontà di Eleonora Giorgi, l’ingresso del suo feretro nella Chiesa degli Artisti è stato accompagnato dalla canzone ‘Wish You Were Here’ dei Pink Floyd. I figli e le rispettive mogli, visibilmente commossi, hanno reso un ultimo omaggio e rilasciato brevi dichiarazioni ai giornalisti e messaggi durante la celebrazione.

Il primo figlio, Andrea Rizzoli, ha ricordato la mamma così:

“Fare l’attrice e avere figli non è facile, è un lavoro che ti consuma e ti porta lontano. Lei ha sempre trovato il tempo per noi, lo spazio per dedicarci il suo cuore, la sua attenzione. Quando abbiamo avuto dei problemi non ha provato a dirci e suggerirci come risolverli con le sue categorie, suggerendoci cosa fare se fossimo stati noi. Per questo lei rimane per me e mio fratello qualcosa di unico. Direte che ogni madre è unica, ma noi abbiamo avuto lei. Poi aveva tanti difetti, poteva essere intransigente, collerica. Questo ultimo anno è stato particolare, mai avremmo pensato di poterla perdere così giovane, ma quando c’è stata la diagnosi sapevamo che non sarebbe stato facile sconfiggerlo. A volte si dice che i malati di cancro intraprendono una lotta, sono dei guerrieri, mi scuserà il Monsignore ma sono tutte putt*****”.

Nell’intervento ha spiegato che un guerriero è chi scende in battaglia armato, mentre chi è malato non ha armi. Si affida alla medicina, che non ha fatto molti progressi in questo campo, e all’amore di chi è vicino per le cure. Alcuni si affidano anche alla fede, e lei ne aveva molta. Per credere in Dio non è necessaria fede, ma basta la ragione.

“Quando ha deciso di rendere pubblico questo percorso è stato scioccante, perché chi sta male tende a chiudersi, vivere la malattia come fosse una vergogna. Per Eleonora non c’era speranza di guarire ma aiutare gli altri, mettendo in piazza il suo dolore in modo pubblico, senza guadagnarci alcunché, non cercando visibilità chi è malato. Lo ha fatto perché dal primo giorno in clinica, ci siamo trovati davanti un bambino di sei anni. È stato molto toccante, ci siamo chiesti se avesse lo stesso male suo e non lo sapevamo. Ciò che so è che da quel momento ha deciso di vivere ogni momento col sorriso e ha riempito la vita di chi le è stato accanto con gioia”.

Andrea Rizzoli ha raccontato che a lui e a Paolo era stato spesso detto di essere forti, ma in realtà sono stati solo trascinati dalla voglia e determinazione di Eleonora di mantenere l’impegno fino alla fine. Guardando la folla presente, ha aggiunto che ora capisce che lei ce l’ha fatta e che quel segno lo ha lasciato.

Paolo Ciavarro, intervistato dai cronisti, ha parlato della madre in lacrime e del suo ultimo desiderio per il nipotino Gabriele:

“Purtroppo sapevamo che l’epilogo sarebbe stato questo e ci siamo goduti ogni istante, minuto e secondo. È stato bellissimo per questo. Cosa mi mancherà? Tutto, la telefonata che le facevo la sera il suo pubblico c’è sempre stato e sapevamo che ci sarebbe stata una manifestazione d’affetto anche se non mi aspettavo una tale portata”.

Sul figlio Gabriele ha, invece, raccontato:

“A Gabriele ho detto quello che mia madre mi ha chiesto di dirgli, che è il suo angelo“. 

Paolo Ciavarro ha raccontato che Gabriele è stato una “medicina vivente” per sua madre, e che, indipendentemente da tutto, alle 17 lei doveva vederlo. In un’intervista su Vanity Fair, Eleonora Giorgi aveva riflettuto su cosa avrebbero detto a Gabriele dopo la sua morte, spiegando che non voleva che gli dicessero che era “andata via”, ma che fosse detto che era “diventata un angelo”, poiché quando giocava con il nipotino, lui nemmeno si accorgeva che lei fosse malata. E così è stato.

Le parole della nuora Clizia Incorvaia

Clizia Incorvaia ha condiviso vari ricordi di sua suocera, Eleonora Giorgi, criticando alcune falsità emerse dopo la sua morte. A poche ore dai funerali, la moglie di Paolo Ciavarro ha pubblicato sui social una lettera in cui si riflette sul dolore e sulla libertà di ognuno di affrontarlo a proprio modo. Parole che Clizia ha fatto sue, condividendo pienamente il messaggio.

“Non riesco a non scrivere di lei. Non riesco a non guardare video di lei a raffica. Non riesco a non diffondere i suoi “messaggi di donna ideale”. Non riesco a non urlare e vivere in silenzio il mio dolore. Mamma io non sono persona silenziosa. Io devo urlare gridare oppure al contrario trasmettere a tutti buon umore e ridere fragorosamente. Credo cara mamma, che tutti viviamo il dolore a modo nostro. C’è chi lo vive con riserbo, chiudendosi in un religioso silenzio, e chi come me vuole condividere il proprio dolore e trovare la forza in questo modo. Non esiste un modo corretto di vivere il Dolore”.

Il rapporto con la suocera è stato sempre molto positivo, tanto che Clizia Incorvaia l’ha sempre considerata come una seconda madre. Un messaggio che ha ribadito anche in queste ore, sottolineando l’importanza del legame che le univa.

Ai microfoni di Caterina Balivo, per La Volta Buona, ha affermato:

“Grazie per tutto questo amore e questo affetto Caterina. Lei sarebbe felicissima di tutto questo. Quello che mi sento di dire è che io oggi non ho perso una suocera, io oggi ho perso la mia migliore amica, la mia confidente, la mia complice, la mia compagna di avventure. Mi dispiace di non aver fatto quel viaggio che c’eravamo promesse a New York io e lei. Perché noi ci siamo scelte prima ancora che io diventassi la moglie di Paolo. Nel senso che noi stavamo insieme solo da un mese con Paolo, lui era ancora chiuso nella casa del Grande Fratello. Noi ci sentivamo ogni giorno. Ci siamo raccontate di passioni, di amori, di libri letti. È stata una mamma, un’amica, una confidente. È stata tutto per me e mi mancherà questo. È stata una grande nonna con Nina in primis e poi con Gabriele che è arrivato dopo. Lei ha dato il senso della famiglia a tutti e due ed è un’eredità immensa”.

“È stata una nonna fantastica. Una settimana fa le abbiamo portato dei palloncini, lei ha detto alla piccolina: “Adesso nonna sarà il vostro angelo”. Gabri ricorderà tutto quello che lei le ha dato, la cultura indotta, sa tutto dei dinosauri grazie a lei. Lui la riconoscerà e di questo ne sono sicuro. Vorrei che la ricordassero come una donna pura”.