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Un nuovo capitolo di tensioni politiche
La recente approvazione del disegno di legge che consente il terzo mandato per il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha riacceso le tensioni tra Lega e Fratelli d’Italia. Questo provvedimento, sostenuto dalla Lega, ha ottenuto 19 voti favorevoli e 16 contrari, ma la vera notizia è la spaccatura interna a Fratelli d’Italia, con due esponenti che hanno deciso di votare a favore, contravvenendo alla linea del partito. Carlo Daldoss e Christian Girardi, dopo aver espresso il loro sostegno, hanno annunciato la loro uscita dal partito, evidenziando un malcontento che si stava accumulando da tempo.
Le divisioni all’interno di Fratelli d’Italia
La situazione in Trentino non è nuova. Già nel 2021, due consigliere avevano lasciato la Lega per unirsi a Fratelli d’Italia, segno di un matrimonio politico tutt’altro che idilliaco. Le tensioni sono emerse anche durante la formazione della Giunta Fugatti bis, quando Fratelli d’Italia ha cercato di ottenere la vicepresidenza per Francesca Gerosa, mentre Fugatti puntava su Achille Spinelli. Questo scontro ha messo in evidenza le divergenze strategiche tra i due partiti, che ora si trovano a fronteggiare una nuova crisi.
Il futuro politico di Fugatti e le reazioni
Fugatti, confermato alla guida della Provincia con il 51,8% dei voti nel 2023, si trova ora in una posizione delicata. La possibilità di un terzo mandato, che lo allineerebbe con il suo omologo altoatesino Arno Kompatscher, è oggetto di discussione e controversia. Mentre i due dissidenti di Fratelli d’Italia parlano di un “casus belli” che ha rivelato un disagio profondo, le parlamentari della Lega sostengono che Fugatti rappresenti l’unico collante del centrodestra. Le reazioni sono contrastanti, con alcuni che vedono nella sua leadership una stabilità necessaria, mentre altri, come Alessandro Urzì di Fratelli d’Italia, minimizzano l’impatto delle dimissioni dei due consiglieri, sottolineando la loro mancanza di iniziativa politica.