Tra le innumerevoli testimonianze della Roma antica rivelateci dai resti di Pompei, la città distrutta dalla lava del Vesuvio nel 79 d.C. insieme a Ercolano e Stabia, ve ne sono alcune illuminanti sulle abitudini amorose e sessuali della popolazione dell’epoca, piuttosto disinibita e avvezza ai piaceri della carne, come denotano i molti affreschi hard rimasti sui resti delle mura.
Oltre alle immagini osé, le pareti di case e lupanari di Pompei, conservano anche frasi scritte da giovani romani innamorati, alcune dolci e romantiche, altre addolorate e sofferte, moltissime di tono manifestamente osceno.
Eccone alcune:
“Gli amanti come le api trascorrono una vita dolce come il miele. Magari!”
“Chiunque ama una nera, arde su neri carboni; quando vedo una nera, mangio volentieri more!”
“La fontanella saluta tanto il suo pesciolino”.