Le reazioni di Roberto Sergio, ad Rai, e dell’Inail, riguardo dichiarazioni di Franco Di Mare e l’annuncio della sua malattia.
Franco Di Mare: la rassicurazione dell’ad Rai
Roberto Sergio, l’amministratore delegato Rai, ha espresso la sua reazione all’annuncio di Franco Di Mare su Facebook. “Franco Di Mare riceverà a brevissimo quanto richiesto negli anni passati. Confermo che non ero informato fino ai resoconti stampa di lunedì mattina dello stato di salute del collega e delle Sue reiterate richieste. Gli sono vicino umanamente” ha scritto l’ad Rai.
Franco Di Mare: la posizione dell’Inail
“Con riferimento a quanto riportato in alcuni articoli dedicati alla vicenda del giornalista Franco Di Mare, che ha fatto comprensibilmente scalpore perché coinvolge un professionista di riconosciuto valore colpito da un tumore a lunga latenza e particolarmente aggressivo come il mesotelioma pleurico, provocato dall’esposizione all’amianto, occorre fare alcune precisazioni sul ruolo dell’Inail” si legge in una nota dell’Inail, in cui ha voluto chiarire il suo ruolo.
L’Inail ha spiegato di essere venuto a conoscenza del caso alla fine di ottobre, durante un periodo di passaggio dalla tutela dell’Inpgi a quella dell’Inail.
“Come stabilito dalla legge di bilancio 2022, fino al 31 dicembre 2023 l’assicurazione contro gli infortuni dei giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica ha continuato a essere gestita secondo le regole previste dalla normativa vigente presso l’Inpgi alla data del 30 giugno 2022, che non prevede la tutela dalle malattie professionali.
Dal primo gennaio 2024, invece, i giornalisti dipendenti sono tutelati dall’assicurazione obbligatoria Inail sia contro gli infortuni sul lavoro sia contro le malattie professionali manifestatesi a partire dalla stessa data” ha spiegato l’Inail, aggiungendo che la pratica di Franco Di Mare non è bloccata. “L’Istituto all’inizio di dicembre non ha potuto fare altro che prendere atto che si trattava di ‘persona non tutelata’ ai sensi della normativa Inpgi” è stato aggiunto, sottolineando che per questo motivo l’Inail non ha legittimato un nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia che ha contratto.