Roma, 8 lug.
(Adnkronos) – "Tiriamo un sospiro di sollievo", dice Lia Quartapelle, deputata del Pd e vice presidente della commissione Esteri, valutando l'esito delle elezioni in Francia. "E' stato un voto molto inaspettato, un bel segnale per la Francia e per l'Europa in cui ha pagato la scelta di affrontare a viso aperto la sfida al nazionalismo e al populismo di Le Pen e Bardella", dice all'Adnkronos.
"E' molto significativo che il partito che la settimana scorsa era primo nelle intenzioni di voto esca terzo, fortemente ridimensionato, rigettato dai due terzi dell'elettorato", aggiunge l'esponente del Pd.
Come spiega il balzo in avanti del Fronte popolare? "In Italia abbiamo dato una lettura di questo schieramento come di una 'accozzaglia' perché leggiamo tutto con gli occhi italiani. Ma quello che è successo dice che lo spirito repubblicano, l'unità di fronte ai valori della Repubblica, è vivo. E' così forte da portare una affluenza altissima alle urne e da arrestare la marea montante della destra".
Quale può essere lo sviluppo più probabile del voto? "Ora è il momento per la Francia, per gli esponenti dei principali partiti vincitori, di fare politica.
Tutti i partiti che escono vincitori dalle urne devono trovare i punti che uniscono su una agenda di cose da fare. Su questo vedremo se la Francia, oltre a fare barrage, sarà in grado di trovare un senso di direzione comune. Se le forze politiche saranno in grado di unire il Paese intorno a una agenda positiva sarà una cosa di grande esempio per gli altri Paesi europei".
(Adnkronos) – Come giudica, a questo punto, le scelte di Macron? "Sembrava avesse fatto un azzardo, ha dimostrato di nuovo la sua leadership facendo quello che deve fare un politico quando si trova in difficoltà: rilanciare.
Un mese fa aveva avuto una risultato elettorale deludente e ha rilanciato, questo coraggio ha pagato".
Che insegnamento possono trarre i partiti italiani dal voto francese: "Non amo le letture di comodo. In Italia non è usuale unirsi intorno ai valori della Repubblica. Credo che le battaglie che faremo sui referendum sull'autonomia e, se sarà approvato, sul premierato saranno occasione per spiegare che queste sono battaglie che si fanno per la democrazia italiana, non pro o contro una persona o uno schieramento.
Per mantenere la democrazia italiana. E' una lezione grande, in passato i referendum sono stati fatti sempre contro. Evitiamo".
Che ripercussioni ci saranno in Europa dopo il voto francese? "Primo: oggi Le Pen si unirà al gruppo pro Russia con Orban, Salvini, Babis. Lo spartiacque, anche in Francia, è il sostegno all'Ucraina. Questo segna l’agenda politica di tutta Europa. Meloni dovrà riflettere e sciogliere l’ambiguità: la sua scelta a sostegno dell’Ucraina è stata di comodo o è una scelta convinta? Secondo: si evita il disastro.
La Francia guidata dalla destra di Bardella e Le Pen si sarebbe saldata al governo italiano bloccando qualsiasi iniziativa. Ma ora bisogna chiedere un progetto di una nuova Commissione all'altezza della sfida che ha davanti, che non può essere un semplice accordo per le cariche. Serve una visione ambiziosa. Affrontiamo il futuro con coraggio”.