In Francia, il governo di minoranza di Michel Barnier, a soli 60 giorni dalla sua nomina, si prepara ad affrontare il voto di sfiducia previsto per mercoledì 4 dicembre. A ritirare il proprio sostegno è stata l’estrema destra di Marine Le Pen che, dopo aver chiesto modifiche al disegno di legge sul finanziamento della previdenza sociale e non averle ottenute, ha deciso di non appoggiare più l’esecutivo.
La decisione di Marine Le Pen in Francia
Marine Le Pen ha presentato oggi la mozione di sfiducia contro il governo di Michel Barnier. La discussione avverrà mercoledì 4 dicembre, e la mozione raccoglierà anche i voti della gauche.
La rottura si è verificata sul budget per il welfare. In assenza di un’intesa sul testo presentato oggi all’Assemblea Nazionale, Barnier ha scelto di invocare l’articolo 49.3 della Costituzione, che consente di adottare il provvedimento senza passare per la votazione.
Questa decisione è stata comunicata dal premier stesso in Aula, nonostante la minaccia di una mozione di sfiducia:
“Spetta ora a voi decidere se adottare un testo o entrare in un territorio sconosciuto, Il popolo francese non ci perdonerebbe mai se preferissimo gli interessi privati al futuro della nazione”, ha dichiarato.
A questo punto, la sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon ha lasciato i banchi del parlamento annunciando la ‘motion de censure’, sostenuta dall’estrema destra.
“Voteremo per le mozioni di censura e in primo luogo per la nostra. I francesi ne hanno abbastanza di essere spremuti e maltrattati. Non possiamo lasciare la situazione così com’è”, ha affermato Marine Le Pen.
Barnier ha cercato una soluzione compromissoria, rinunciando alla proposta di sospendere i rimborsi su alcuni farmaci inclusi nella manovra finanziaria del welfare 2025. Tuttavia, il gruppo del Rassemblement National non ci sta e conferma la mozione su X.
La crisi di governo in Francia si intensifica
Grazie al supporto dell’estrema destra lepenista, la mozione della gauche potrebbe ottenere oltre 300 voti, superando così la soglia dei 288 necessari per l’approvazione e provocando la caduta inevitabile del governo Barnier.
Il compito principale di Barnier era affrontare il debito della Francia, cercando di evitare una crisi finanziaria, ma qualcosa non sembra aver funzionato:
“Senza il progetto di bilancio sul welfare che esaminiamo oggi, il deficit dei conti legati alla spesa sociale raggiungerebbe circa 30 miliardi di euro il prossimo anno”, ha sottolineato il ministro del Bilancio, Laurent Saint-Martin.
Se la mozione di censura contro il governo del premier francese Michel Barnier dovesse essere approvata, il presidente Emmanuel Macron sarà costretto a nominare un nuovo primo ministro.