Il Partito Socialista in Francia ha dichiarato la sua disponibilità a discutere con la coalizione di Macron e la destra per formare un nuovo governo, dopo la caduta, avvenuta due giorni fa, di quello di Michel Barnier.
I socialisti aprono al dialogo con Macron per il nuovo governo
Il segretario del Partito Socialista, Olivier Faure, che è stato ricevuto a mezzogiorno all’Eliseo, ha precisato ai microfoni di France Info che tale governo nascerebbe sulla base di “un contratto a durata determinata”. Inoltre, Faure avrebbe dichiarato di essere pronto a “compromessi su tutti i temi”, comprese le pensioni, e ha espresso la speranza che Macron nomini “un precursore”.
“L’obiettivo è quello di trovare una soluzione perché non possiamo fermare il Paese per mesi“, ha aggiunto.
Per raggiungere questi compromessi, Faure ha proposto un “congelamento” della riforma delle pensioni invece di un’abrogazione immediata. Ha, inoltre, sottolineato che, su tutti i temi, è necessario scendere a compromessi poiché non si dispone della maggioranza assoluta.
I socialisti fanno parte del Nuovo Fronte Popolare, una coalizione creata per contrastare la possibile vittoria del Rassemblement National di Marine Le Pen nelle elezioni dello scorso estate, e che attualmente detiene la maggior parte dei seggi all’Assemblea Nazionale.
I socialisti aprono al dialogo con Macron: furiosi i dirigenti de La France Insoumise
Mentre il Partito socialista francese ha dichiarato la sua disponibilità a discutere con la coalizione macroniana, i dirigenti de La France Insoumise si sono mostrati furiosi:
“Per entrare in una coalizione con i macroniani. Il Partito socialista è ormai disposto a rinunciare all’abrogazione della pensione a 64 anni. Il giuramento dell’8 giugno 2023 di ‘fare tutto’ per questa abrogazione è stato già sepolto? Stupefacente”, scrive su X il coordinatore del partito di Mélenchon, Manuel Bompard.