Continua a far discutere il caso che ruota attorno all’annullamento del contratto allo scrittore Antonio Scurati che avrebbe dovuto pronunciare un monologo sul 25 aprile. Sulla questione è intervenuta la conduttrice di Belve, Francesca Fagnani che, attraverso un commento pubblico ha difeso la posizione espressa dalla collega Serena Bortone. La vicenda sta tenendo banco nel dibattito politico, tanto che anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni è entrata nel merito dell’argomento.
Scurati, Francesca Fagnani sostiene pubblicamente Serena Bortone
La conduttrice di Belve ha scritto sui social un breve post breve e quanto mai diretto che non lascia spazio ad ulteriori interpretazioni: “Tutta ma proprio tutta la mia solidarietà a Serena Bortone e Antonio Scurati”. Alla stessa Fagnani un utente aveva contestato il fatto di non aver voluto intervistare il generale Vannacci, ma la conduttrice non ha arretrato di un passo e ha replicato: “Si può scegliere chi intervistare, fortunatamente, diverso è cancellare contratti”.
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Il botta e risposta tra Meloni e Scurati
Nel frattempo, nelle scorse ore c’è stato un botta e risposta tra il capo del Governo, Giorgia Meloni e lo scritto Antonio Scurati. La presidente del consiglio, attraverso un post su Facebook ha dichiarato: “Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni: 1) Perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini ; 2) Perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto”.
Lo scrittore ha replicato alla presidente del Consiglio sulle pagine del quotidiano La Repubblica affermando: “Leggo sue affermazioni che mi riguardano. Lei stessa riconosce di non sapere “quale sia la verità” sulla cancellazione del mio intervento in Rai. Ebbene, la informo che quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l’entità dell’impegno”.