I carabinieri del Ris sono tornati nella casa in cui potrebbe essere uccisa Francesca Deidda.
La loro attenzione si concentra sul divano di casa.
Francesca Deidda: gli investigatori si concentrano sul divano di casa
I carabinieri del Ris sono tornati nella casa di San Sperate che potrebbe essere stato il luogo dell’uccisione di Francesca Deidda, impiegata 42enne scomparsa lo scorso 10 maggio e trovata morta il 18 luglio. La donna è stata uccisa da un unico colpo letale, inferto con un oggetto contundente, piccolo ma molto pesante, che le ha fratturato il cranio, come emerso dall’autopsia del medico legale Roberto Demontis.
La donna non si sarebbe difesa, per cui si ipotizza che stesse dormendo o guardando la televisione sul divano, con la testa poggiata su un bracciolo rigido che potrebbe aver amplificato l’impatto.
Sono state trovate tracce di sangue sul divano che il marito della vittima, Igor Sollai, voleva vendere online dopo la scomparsa della moglie, come aveva fatto con la Toyota Yaris che usava lei, che è stata ispezionata dagli specialisti del Ris.
L’uomo aveva raccomandato all’acquirente di lavarla bene. Sollai è indagato per omicidio aggravato e occultamento di cadavere, ma si continua a proclamare innocente.
Caso Deidda: i dettagli delle indagini
L’attenzione degli investigatori si è concentrata sul divano e, in modo particolare, sul bracciolo. In un precedente sopralluogo il Ris aveva cercato riscontri all’ipotesi che il corpo della donna, chiuso nel borsone in cui è stato trovato, sia stato lanciato dalla finestra sul retro dell’abitazione.
Uno dei vicini ha riferito di aver sentito un tonfo la notte del 10 maggio e dal borsone mancava uno dei piedini.
La data del delitto è ancora da accertare. Per stabilirla servirà il contributo dell’ematologo Stefano Vanni, che esaminerà le larve d’insetto trovate nel borsone dove era stato nascosto il cadavere. Manca ancora l’arma del delitto, che potrebbe essere un oggetto simile a un piccolo peso da palestra.